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11 Ottobre 2023
16:07

Un pesce che vive in simbiosi con un gamberetto è stato scoperto nella Grande barriera corallina australiana

Alcuni scienziati hanno trovato nel cuore della Grande barriera corallina australiana una nuova specie di ghiozzo, che forma un rapporto simbiotico con un gamberetto. Lo hanno chiamato per questo ghiozzo dei gamberetti di Lady Elliot.

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Tre scienziati australiani, Gerald R. Allen, Mark V. Erdmann e Christine L. Dudgeon, hanno pubblicato un articolo sul Journal of the Ocean Science Foundation in cui hanno presentato una nuova particolare specie di pesce che vive nella Grande Barriera corallina australiana. Si chiama Tomiyamichthys elliotensis e il suo nome comune è ancora più strano: "ghiozzo dei gamberetti di Lady Elliot".

Questa scelta particolare in realtà si rifà alla località in cui il pesce è stato trovato: l'isola Lady Elliot per l'appunto, situata all'estremità meridionale della Grande Barriera Corallina. Tuttavia secondo i ricercatori è possibile che la specie sia presente anche all'interno dell'intero Bunker Reef, un gruppo di isole che si trovano vicino all'arcipelago del Capricorno.

Il genere Tomiyamichthys è tipico dell'Indo Pacifico e le sue specie vivono in fondali sabbiosi che si trovano a pochi metri dal margine inferiore delle grandi barriere coralline. Sono noti anche come ghiozzi dei gamberetti perché spesso convivono all'interno della stessa tana con dei gamberetti alfeidi.  Queste specie infatti formano delle alleanze simbiotiche e mentre i pesci fungono da vedetta per i gamberetti, in cambio questi ultimi costruiscono e mantengono pulita la tana, fidandosi dei pesci nel caso arrivino i predatori. Qualora però dovesse accadere, i ghiozzi informano i gamberetti tramite dei messaggi prestabiliti, come un colpo di coda, consentendo così ad entrambi di nascondersi sotto la sabbia e di rintanarsi nel cuore della tana. Un fenomeno che si può osservare anche in altre aree del mondo come il Mar Rosso in Egitto.

Questo pesce è la 19esima specie del genere Tomiyamichthys e, secondo la descrizione fornita nell'articolo, ha piccole dimensioni, è principalmente bianco con alcune macchie marroni, ha una grande prima pinna dorsale a forma di vela e due grandi occhi laterali con cui perlustra l'ambiente per il suo amico gamberetto.

La dottoressa Dudgeon, che studia da tempo la fauna della barriera corallina, ha chiarito che questa è la prima volta dopo un po' di tempo che un team riesce a scoprire una nuova specie di pesce all'interno di questo ecosistema. A differenza infatti da quanto sostenuto da molti e per quanto la barriera corallina sia un'ecosistema molto ricco di biodiversità, è ormai piuttosto raro che un biologo marino o uno zoologo scoprano una nuova specie in Australia. L'ultima volta infatti, chiarisce la scienziata, in cui ciò è successo era l'inizio del 2019 e la specie scoperta era una cernia. «Trovare una nuova specie di pesci nelle acque basse di una barriera corallina, in bella vista, è ormai divenuta un'esperienza unica» ha dichiarato.

La ragione per cui questa specie è stata scoperta solo ora, ha assicurato il dottor Mark Erdmann, che lavora come tassonomista dei pesci presso Conservation International Aotearoa e la California Academy of Scienze, si spiega con il poco interesse che stranamente i subacquei hanno nei confronti di questo gruppo di animali, di piccole dimensioni e dai comportamenti criptici. Peccato che uno sguardo ravvicinato a questi pesci riveli la loro "sottile bellezza", dichiara lo scienziato, soprattutto nei loro modelli di colore che spesso rivaleggiano con quelli dei loro cugini più appariscenti, anch'essi abitanti della barriera corallina, che in tutto il mondo sono sinonimo di allegria e fragilità, ovvero i pesci farfalla e i pesci pappagallo.

La scoperta del Tomiyamichthys elliotensis risulta uno dei punti più importanti del progetto di conservazione della barriera "Leaf to Reef ", che è stato finanziato dal governo australiano come da diversi entità accademiche australiane e nord americane. «Sono lieto che la ricerca sulla biodiversità condotta nell'ambito di questo progetto abbia portato alla scoperta di alcune specie "criptobentoniche" (nascosti n.d.r) come i ghiozzi, che oltre a costituire una percentuale significativa della biodiversità dei pesci di barriera sulla Grande Barriera Corallina, sono anche di vitale importanza  come fonte significativa di cibo per i pesci più grandi tra cui labridi, cernie e imperatori» ha concluso Erdmann, augurandosi che il progetto possa portare anche ad altri risultati.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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