Gli insetti provano dolore: una scoperta della School of Biological and Behavioural Sciences dell'Università di Londra che pone nuovi e importanti interrogativi etici su come l'uomo tratta questi animali, dall'utilizzo degli insetti come esche vive o come cibo per animali, fino allo sterminio di numerose specie infestanti. Questo tipo di studi, però, non sono nuovi a Kodami.
Sulle nostre pagine, infatti, si è già parlato di studi sul dolore percepito dagli insetti. Studi che, negli ultimi tempi, hanno fatto diversi passi avanti. Proprio recentemente una ricerca degli scienziati dell'Università di Londra pubblicato sulla rivista The Royal Society ha confermato quelle che ieri erano solo ipotesi: gli insetti provano dolore.
Cos'è il dolore
Che il dolore sia percepito da tutti gli animali è ancora in dubbio, adattativamente ed evolutivamente ha del resto una funzione molto importante. Il dolore permette agli animali di ottimizzare le possibilità di sopravvivenza adattando il loro comportamento in diversi contesti a seconda se gli stimoli percepiti siano positivi o negativi.
Più in particolare con dolore si intende la rilevazione di uno stimolo dannoso, o potenzialmente dannoso, attraverso un meccanismo noto come “nocicezione”. La nocicezione è una semplice risposta riflessa, limitata alla percezione sensoriale dello stimolo nocivo, mentre il dolore va oltre, perché è anche un'esperienza emotiva cosciente.
Mentre tutti gli animali sembrano capaci di nocicezione non è chiaro se in tutti, specialmente negli insetti, questa risposta riflessa sia accompagnata da una sensazione dolorosa. Nei mammiferi la nocicezione e il dolore possono essere inibiti o facilitati da neuroni che "discendono" dal cervello e, passando per il sistema nervoso periferico, arrivano in tutto il corpo. Questa via neurale viene chiamata: "controllo discendente della nocicezione".
Il dolore negli insetti
I ricercatori della School of Biological and Behavioural Sciences, quindi, hanno focalizzato i loro sforzi nel confermare la presenza del controllo discendente della nocicezione negli insetti valutando evidenze comportamentali, anatomiche e molecolari.
Inizialmente hanno studiato il comportamento dello scarafaggio americano (Periplaneta americana), che mostra un comportamento di fuga in risposta a uno stimolo che noi percepiremmo come doloroso: una puntura di un altro insetto. Ciò indica che il cervello dell'insetto può modulare il comportamento "nocifensivo", ovvero la risposta meccanica al dolore che, in questo caso, consiste nel fuggire.
Altri esempi comportamentali vengono dal moscerino della frutta e dal bombo che possono addirittura processare e modulare la sensazione dolorosa comportandosi in maniera diversa a seconda del contesto. Infatti, anche se loro normalmente fuggono dal dolore, se al dolore viene associata una ricompensa, ad esempio del delizioso nettare, essi valuteranno se il "gioco vale la candela", misurando il beneficio che possono trarre con gli aspetti negativi del dolore.
Anche gli studi sull'anatomia hanno portato prove interessanti a supporto dell'esistenza dei controlli discendenti della nocicezione negli insetti. In particolare, gli studiosi sono riusciti a identificare i neuroni che scendono dal cervello al midollo nervoso e sono coinvolti nella percezione degli stimoli negativi, evidenziando, in parole povere, la superstrada neurale che dal cervello, dove viene processata la sensazione dolorosa, passa per il sistema nervoso periferico e arriva al punto del corpo dell'insetto che, in quel momento, ha ricevuto lo stimolo doloroso.
Implicazioni etiche
A livello molecolare la situazione è più complessa poiché gli insetti non possiedono gli stessi neurotrasmettitori che mediano i segnali nervosi come gli altri animali, per cui il meccanismo molecolare è ancora oggetto di dibattito. Quel che è certo è che le considerazioni etiche sugli insetti dovranno essere riviste sostanzialmente.
Quando si aprirà il dibattito in merito, bisognerà tenere in considerazione ogni singolo aspetto di come il comportamento dell'uomo influisce sulla vita di questi animali. A partire dagli utilizzi economici, per esempio gli insetti utilizzati come esche vive o cibo per gli animali, passando per la strenua lotta senza esclusione di colpi che gli agricoltori fanno agli insetti che infestano i loro campi, fino ai risvolti alimentari e medici. Infatti gli insetti in molti paesi sono un'importante fonte di cibo e la base di numerosi rimedi curativi di dubbio valore scientifico.