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30 Aprile 2023
10:09

Un nuovo studio rivela gli incredibili suoni emessi dalle creature del mare

Esistono diverse linee di ricerca sullo studio del mare e degli oceani. Un team di ricercatori ha puntato sulla bioacustica registrando, tramite l'utilizzo di idrofoni, i suoni emessi dagli organismi marini per studiarne le abitudini e delimitare così aree biologicamente importanti per la salute dell'ecosistema marino.

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Il mare e gli oceani occupano il 70% della superficie terrestre e possono raggiungere profondità pari a 11 km. Va da se che ciò che sappiamo su queste acque e i sui abitanti è ancora pochissimo. Un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul  Journal of the Acoustical Society of America (JASA), ha permesso di compiere un passo in più nella conoscenza delle profondità del mare in quanto i ricercatori hanno sviluppato un nuovo modo a basso costo utile per monitorare i cambiamenti negli oscuri ambienti marini.

A causa dell'elevata superficie che occupa, il mare ospita una grande biodiversità sia animale che vegetale. Il Mar Mediterraneo, ad esempio, accoglie dal 4 al 25% della diversità di specie marine globali. Lo si può notare facilmente facendo un tuffo armandosi di pinna e maschera già solo lungo le coste dell'Italia: sembra quasi di perdersi in un'universo parallelo abitato da creature dai mille colori mentre si viene cullati dolcemente dal movimento dell'acqua.

Da sempre gli organismi marini hanno destato grande curiosità ed interesse, ma tutt'ora le conoscenze di questi animali non sono poi così elevate. In particolar modo sono pochissime le informazioni che abbiamo sulle profondità degli oceani: ambienti complicati da raggiungere e da esplorare. Un team di ricercatori, tra cui Bishwajit Chakraborty, leader dell'International Quiet Ocean Experiment (IQOE), grazie all'aiuto di strumenti sofisticati, ha scelto una barriera corallina al largo della costa di Goa, in India, per approfondire questo tema e ha registrato la durata e i tempi dei suoni di accoppiamento e alimentazione delle 21 delle specie oceaniche più rumorose del mondo.

«Il monitoraggio acustico passivo (PAM) è una tecnica efficace per campionare i sistemi acquatici in maniera non invasiva. E' particolarmente utile in luoghi profondi, bui, torbidi e in rapida evoluzione o remoti», ha dichiarato Miles Parsons dell'Australian Institute of Marine Science e leader di GLUBS, Global Library of Underwater Biological Sounds, piattaforma online ad accesso aperto nata per raccogliere informazioni globali e ampliare la conoscenza scientifica sull'ascolto della vita marina, salmastra e d'acqua dolce.

Le informazioni raccolte sulla vita sonora degli organismi possono aiutare nella delimitazione di aree biologicamente importanti attraverso il rilevamento di specie che producono suoni, motivo per il quale lo studio aveva come scopo quello di realizzare un elenco di tutte le specie acquatiche in grado di produrre suoni sott'acqua e promuovere la segnalazione di suoni provenienti da fonti ancora sconosciute. E gli scienziati sono riusciti a ottenere diverse nuove conoscenze sul comportamento. Ad esempio si è scoperto che alcune specie all'interno della comunità sottomarina fanno un vero e proprio "putiferio" dalle 3:00 alle 13:45. Altre, invece, si scatenano dalle 14:00 alle 2:45.

Per compiere una ricerca del genere serve, ovviamente, silenzio. L'ambizione iniziale dell'IQOE di ridurre al minimo il rumore marittimo dell'umanità per un giorno o una settimana è stata inaspettatamente soddisfatta quando è iniziata la pandemia di COVID-19. Le misure di contenimento, infatti, hanno favorito la ricerca provocando riduzioni improvvise dell'attività umana in settori come i trasporti, l'industria, l'energia, il turismo e l'edilizia. Questa condizione ha permesso dunque ai ricercatori di svolgere nella tranquillità più assoluta tutte le indagini del caso.

Delle circa 250.000 specie marine conosciute, gli scienziati ritengono che tutti i mammiferi marini completamente acquatici emettano suoni, insieme ad almeno 100 invertebrati e 1.000 delle circa 35.000 specie di pesci conosciute al mondo. Uno studio di questo calibro è utile anche a valutare il degrado e programmare il recupero di una barriera corallina. I ricercatori di GLUBS prevedono, ad esempio, di raccogliere registrazioni da una barriera corallina che ha subito un ciclone o un altro evento meteorologico estremo, seguito da un diffuso sbiancamento.

Tutto ciò, oltre ad ampliare la conoscenza del mare e dei suoi abitanti da un diverso punto di vista, consente di studiarne le abitudini e quindi di comprenderne con ulteriori strumenti lo stato di salute. Fino ad ora il mondo della bioacustica e dell'acustica oceanica non si erano mai incontrati ma grazie a questa ricerca hanno lavorato gomito a gomito fornendo un quantitativo straordinario di informazioni. Sicuramente sono presenti ancora molte lacune ed è necessario migliorare la strumentazione utilizzata per captare i suoni, ma sicuramente questo rappresenta un buon punto di partenza che apre la strada ad una nuova disciplina che permetterà di migliorare le tecniche di monitoraggio e protezione dell'ecosistema marino.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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