Tornano le caprette nel parco del Crostolo, a Reggio Emilia, un’area verde in cui questi animali sono stati per lungo tempo presenza fissa prima di un’interruzione durata un anno e mezzo legata principalmente alla loro gestione. A rendere possibile il ritorno sono stati Massimo Montanari ed Eugenia Dallaglio, guide ambientali escursionistiche e fondatori dell’associazione “Asini di Reggio Emilia”.
I due da anni allevano asini, e con loro camminano nelle campagne e nei territori intorno alla città di Reggio Emilia: «Spesso ci spostiamo, anche lontano, dove bambini famiglie, associazioni e gruppi richiedono la presenza dei nostri amici – spiegano – abbiamo 17 splendidi asini che per noi sono compagni di vita e di lavoro: sono al nostro fianco nelle attività di escursionismo, nelle vacanze nella natura, nella didattica e nell'animazione. Insieme a loro organizziamo momenti e incontri di relazione con le persone. Ci piace promuove occasioni di convivialità e socializzazione, perché l'asino è un amico che sa raccogliere intorno a sé la bellezza dello stare insieme».
Saranno dunque Montanari e Dallaglio a occuparsi del benessere e della cura delle sette caprette tibetane che hanno trovato una nuova casa nel recinto che dà il nome al Parco del Crostolo, e che sono state celebrate, domenica, con un evento dedicato a famiglie e bambini cui hanno partecipato anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Reggio Emilia, Carlotta Bonvicini, e l’assessore alla Partecipazione, Lanfranco De Franco.
«Così come al parco del Mauriziano anche il parco delle caprette diventerà un luogo di relazione con gli animali – ha detto Montanari – un posto dove sette caprette e due asinelli saranno coccolati e accuditi dai bambini e famiglie che frequentano il posto. La Reggio Emilia “asinabile” si espande, continuiamo a costruire una città più responsabile nei confronti degli animali. Tutti quelli che erano abituati a gettare il cibo avanzato e ritenere quei poveri animali un deposito dei rifiuti, dovranno abituarsi a un nuovo modo di rapportarsi con gli ospiti del recinto».
Uno degli scopi primari del progetto, infatti, è fare attività di sensibilizzazione ed educazione soprattuto tra i più piccoli, e impedire che le caprette vengano vista soltanto come una sorta di intrattenimento: vietato dare loro cibo, tanto per citare una delle prime regole, oltre che, ovviamente, infastidirle o molestarle.
«Il nostro intento come asineria è di costruire un percorso culturale in cui le persone possano rapportarsi con gli animali in un modo diverso, che tenga conto dell' aspetto emozionale e relazionale – conclude Montanari – ci siamo riusciti con gli asini, siamo certi di riuscirci anche con le caprette. Reggio Emilia è sempre più un laboratorio di esperienze condivise con gli amici quattro zampe».