La Campania e il Sud Italia si arricchiscono con una nuova specie nidificante: l'oca egiziana. Si tratta però di una specie aliena arrivata in Europa per mano dell'uomo, che fin dall'antichità ne apprezza la bellezza del piumaggio. A renderlo noto tra le pagine della rivista scientifica Avocetta sono stati Giovanni Picone e l'ornitologo Rosario Balestrieri: sebbene questo uccello di origine africana sia presente in Italia dalla fine degli anni 90, si tratta della prima nidificazione accertata per la regione Campania e per tutta l'Italia meridionale.
L'oca egiziana (Alopochen aegyptiaca) è un uccello originario dell'Africa subsahariana e della Valle del Nilo, dove gli antichi egizi la consideravano un animale sacro e la raffiguravano nelle loro opere d'arte. Si tratta di un uccello dal piumaggio brillante e vivacemente colorato, cosa che la resa una delle oche ornamentali più apprezzate da tenere in parchi, giardini e zoo di mezzo mondo. Come spesso accade, però, molti individui sono poi fuggiti dalla cattività – oppure sono stati deliberatamente liberati in natura – e così l'oca egiziana ha iniziato a riprodursi e a conquistare mezzo mondo.
La rapida conquista dell'Europa
Popolazioni naturalizzate e in piena salute sono ormai abbondanti in Europa occidentale, Stati Uniti e persino in Nuova Zelanda. Le prime segnalazioni europee risalgono al 18° secolo in Gran Bretagna, mentre per quanto riguarda l'Italia sappiamo che gli esemplari fuggiti dalla cattività si riproducono con successo dal 1998, quando fu segnalata la prima coppia nidificante di origine domestica in provincia di Cuneo.
Da allora è iniziata una rapida espansione, soprattutto al Nord e nel Centro Italia, dove le segnalazioni aumentano ogni anno di oltre il 12%. Va anche peggio nel resto d'Europa: in Germania i nuovi avvistamenti aumentano di circa il 20% ogni anno e con più di 800 coppie nidificanti in Olanda, oltre 1300 in Belgio e diverse centinaia sparse fra Francia e Germania ormai la conquista è da considerarsi definitiva.
Meno diffusa in Europa mediterranea, soprattutto in Italia meridionale, questa prima segnalazione in Campania, lungo le rive dei fiumi Calore e Sabato in provincia di Benevento, rappresenta la prima riproduzione accertata per tutto il Sud Italia. Precedentemente, infatti, il margine meridionale per questa specie aliena nel nostro Paese era la regione Toscana. Questa ulteriormente espansione è un campanello d'allarme non da poco, che segnala una problematica ambientale complessa e troppo spesso poco considerata.
Il problema delle specie aliene invasive
Questi uccelli alieni dai colori brillanti sono infatti estremamente invasivi e dal 2017 sono stati inseriti nell'elenco delle specie aliene di rilevanza europea. Per quanto siano esteticamente apprezzati tanto quanto pappagalli, ibis sacri e altri colorati uccelli esotici, tuttavia non impreziosiscono l'ambiente in cui vivono ma, al contrario, spesso hanno un impatto negativo sulle specie originarie dei luoghi che invadono.
In un modo o nell'altro, e chi più e chi meno, le specie aliene invasive – chiaramente a loro insaputa – tolgono spazio, cibo e altre risorse ad altri animali, che rischiano così di sparire dai loro luoghi d'origine. Un po' come quello che è successo con lo scoiattolo grigio americano, che in alcune zone d'Europa (Italia compresa) ha quasi del tutto rimpiazzato il nostrano scoiattolo comune.
L'Italia, per posizione geografica, clima favorevole e varietà di ambienti, è una delle nazioni europea con il maggior numero di specie invasive. Questa emergenza è costantemente sottovalutata nel nostro Paese, tanto che la Commissione europea ha aperto diverse procedure di infrazione nei confronti dell'Italia per non esser riuscita a stabilire, attuare e comunicare in tempo un piano d'azione per affrontare la diffusione involontaria di specie aliene invasive preoccupanti per l'UE.