Il Giappone è famoso per essere un paese ricco di avanguardie e stranezze e il Kobe Port Museum non è da meno: qui, infatti, è possibile esplorare il regno animale attraverso l’olfatto. Si tratta di un’esperienza sorprendente e decisamente unica, che permette ai visitatori di immergersi nella natura a 360 gradi, annusando… il posteriore degli animali!
La mostra consiste in una serie di ritratti del didietro di vari animali esposti in cornici di vetro, con una piccola apertura dove sfiorare la zona e avvicinare il naso per provare questa bizzarra esperienza sensoriale: ogni riproduzione ricrea sinteticamente l’odore della specie, nella maniera più veritiera possibile. Tra i vari lati b esposti abbiamo quello di un pinguino, quello di un gatto, quello di un coniglio e persino quello di una tigre, il cui odore è particolarmente forte perché viene usato per marcare il territorio.
Per quanto a primo impatto possa sembrarci un’assurdità, molti animali interagiscono con i conspecifici proprio annusandosi reciprocamente. Questo comportamento è particolarmente evidente nei cani: infatti i nostri amici a quattro zampe lo fanno ogni volta che incontrano i loro simili, raccogliendo informazioni utili su chi hanno di fronte. La differenza tra noi e loro, però, è che i cani hanno sviluppato nel corso dell’evoluzione i meccanismi per poter recepire e analizzare le informazioni chimiche attraverso il loro naso.
L'olfatto del cane è incredibilmente sviluppato e l’interno della loro cavità nasale è infatti molto più complesso della nostra: le dimensioni della mucosa olfattiva nei cani vanno da 18 a 150 cmq, con ben 150mila recettori per centimetro quadrato. Invece, la nostra mucosa olfattiva, se dispiegata, è di appena 3 o 4 cmq. Quando un cane annusa, i recettori sulla mucosa inviano le informazioni al bulbo olfattivo, che possiede fino a 40 volte più cellule olfattive dell'uomo.
Anche altri animali esplorano il mondo tramite l’olfatto: i serpenti, ad esempio, usano la loro celebre lingua biforcuta per “assaggiare” letteralmente l’aria e capire, grazie alle due estremità, da quale lato l’odore è più forte.
Per noi esseri umani è decisamente diverso: non produciamo odori tanto forti come in altri animali, né siamo in grado di captarli altrettanto bene e usiamo come senso principale la vista. In più, a causa principalmente di un fenomeno culturale consideriamo le parti intime come un tabù, a differenza di molte specie per cui si tratta di zone anatomiche nevralgiche per l’emissione di informazioni utili dal punto di vista comunicativo e sociale.
L’esperienza al Kobe Port Museum ha sicuramente un significato diverso per noi umani, limitandosi nel soddisfare la curiosità dei più audaci, che, magari, si sono chiesti che odore avesse… la scia distintiva di una tigre!