Un ragazzo di 24 anni, Nico Duò, di Ariano Polesine (Rovigo), è morto a causa di un incidente in moto. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri della Compagnia di Andria, il motociclista si è scontrato con una civetta, le cui piume e pezzi di interiora sono state ritrovate sul casco del ragazzo. Il tragico evento è accaduto lunedì sera, poco dopo le 20.30, in via Linea ad Ariano. Il giovane è stato ritrovato poco lontano dalla sua Ducati e nelle vicinanze c'era anche la carcassa della civetta. I medici del 118, chiamati da un passante che ha trovato il corpo, hanno soccorso il ragazzo e lo hanno portato all'ospedale di Rovigo. Purtroppo però Nico non ce l'ha fatta e all'1.30 è morto. Un evento davvero drammatico che mette in luce l'importanza di ridurre gli incidenti dovuti all'impatto con gli animali selvatici, rischiosi sia per l'uomo che per la fauna.
La dinamica dell'incidente
Sul luogo dell'incidente non sono state trovate tracce di frenata né altro che possa far risalire l'incidente allo scontro con un altro veicolo. L'ipotesi più accreditata al momento è quindi che la caduta sia stata causata dall'impatto con la civetta. «Probabilmente l'animale ha fatto perdere il controllo della moto al ragazzo – spiega Rosario Balestrieri, ornitologo – La civetta non ha però motivi per lanciarsi verso il motociclista e, probabilmente, stava pattugliando la strada quando ha intercettato la sua traiettoria. Le strade sono infatti spesso un attrattore per vari volatili, tra cui ad esempio i corvidi che si cibano dei corpi degli animali investiti sulle strade, le cui carcasse spesso non vengono rimosse, e sono capaci anche di trasportare dei semi con rivestimento duro, come le noci, e lasciarli sulla strada in attesa che un automobile li schiacci per poi cibarsene. Per i rapaci notturni invece, come la civetta, la strada rappresenta una superficie in cui è più semplice individuare i roditori e altri animali in attraversamento rispetto a dove è presente la vegetazione. È per questo che le carreggiate sono particolarmente frequentate dagli uccelli e talvolta è possibile osservarli anche sui guardrail e la vegetazione che si trova al bordo delle strade».
Nella nostra Penisola infatti si stima che gli uccelli e i mammiferi investiti ogni anno si aggirano intorno ai 10 e i 100 milioni e questo fenomeno mette in serio pericolo non solo l'incolumità dell'animale ma anche di chi viaggia in auto. In soli due anni, dal 1 agosto 2014 al 31 ottobre 2016, l'Associazione ARDEA (Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l'Educazione Ambientale) grazie al progetto Via libera, che si occupa di raccogliere dati sugli investimenti stradali di fauna selvatica grazie alla partecipazione della popolazione, ha registrato i seguenti impatti nella Regione Campania, pubblicati recentemente su Ecological Processes:
Tutelare la fauna per tutelare noi stessi: come ridurre gli incidenti stradali dovuti all'impatto con la fauna
«Una delle possibili soluzioni sarebbe quella di attuare una rimozione attenta delle carcasse, in modo tale da evitare che uccelli come i corvidi rimangano sul manto stradale – aggiunge l'ornitologo – Tutelando la fauna tuteliamo anche noi stessi perché animali grandi come i cinghiali che attraversano l'autostrada possono fare tantissime vittime, ma non è ovviamente colpa dei cinghiali. Nel parco africano Mikumi in Tanzania ad esempio bisogna rispettare i limiti di velocità delle strade e ci sono dei sottopassaggi per gli animali e se ne investi uno sei tu a dover pagare i danni allo stato. Volendo approcciare il problema e fare delle attente analisi di ecologia stradale, bisogna permettere agli animali di poter usufruire del nostro territorio senza attraversare le strade costruendo ad esempio dei corridoi stradali o dei dissuasori per far sì che non avvengano incidenti». I corridoi per la fauna selvatica sono infatti molto importanti per permettere agli animali di spostarsi senza correre rischi e evitare che le popolazioni rimangano isolate, frammentandosi, con conseguente indebolimento genetico.
Cosa fare in caso di incontro con un animale selvatico
«Se ad esempio si incontra una volpe per strada bisogna rallentare e aspettare che si sposti. Si possono dare piccoli colpetti con il clacson, senza fare un rumore continuo o utilizzare gli abbaglianti, per evitare che l'animale si paralizzi. Se la civetta, un animale notturno con abitudini crepuscolari, vede un faro, rimane abbagliata e accecata e quindi non si sposterà dalla strada. Il faro quindi non induce la fuga ma immobilizza l'animale – continua Balestrieri – La prima regola è andare piano e essere fedeli ai limiti di velocità. Una delle cause di morte maggiori per l'Orso Marsicano, una specie già particolarmente ridotta, sono proprio gli investimenti autostradali, motivo per cui bisogna porre particolare attenzione a questo problema». Sono tanti infatti gli animali che purtroppo è possibile osservare ai bordi della strada mentre si guida il proprio veicolo, morti e lasciati lì, sul bordo della carreggiata, senza che nessuno probabilmente se ne sia nemmeno accorto.
La civetta (Athene noctua)
«La civetta è tra i rapaci notturni più diffusi in Italia sia in ambiente urbano che naturale e vive principalmente nelle zone agricole aperte con presenza di ruderi e bassa vegetazione. Si nutre di piccoli roditori e invertebrati come insetti e lombrichi. Nella nostra penisola vi sono diverse specie di civetta, come la capogrosso (Aegolius funereus) e la nana (Glaucidium passerinum) che si trovano però solo in alcune aree della Alpi. Spesso la civetta viene confusa con l'assiolo (Otus scops), un altro rapace di piccole dimensioni che differisce dalla civetta per i cornetti e per l'indole migratoria. La civetta è invece sedentaria e le sue dimensioni sono di circa 10-15 cm con un peso che si aggira tra i 150 e 200 grammi. È un rapace notturno con abitudini crepuscolari, ma è possibile osservarlo anche nelle ore diurne, soprattutto quando ha i piccoli da accudire», conclude l'ornitologo.