Delphine non conosce gli animali, perché nel mondo nel quale è nata non esistono più. È lo scenario descritto nel video d'animazione realizzato dal programma britannico per bambini Blue Peter e mostrato ieri ai leader mondiali riuniti a Glasgow per la Cop26. Alla Conferenza delle Parti sul clima dell'Onu sono intervenuti i leader di 190 Paesi per una serie di incontri bilaterali e multilaterali sul futuro del pianeta: la posta in gioco è altissima e a pagare il prezzo di un mancato accordo tra le potenze globali saranno le generazioni più giovani.
Il video d'animazione
Nel video proposto da Blue Peter, con l'animazione di Aardman Animations e la musica della BBC National Orchestra of Wales, è raccontata la storia di Delphine, una ragazzina di un futuro prossimo che indossa una maschera antigas per camminare per strada e non conosce gli animali, perché nel suo mondo altamente tecnologico e industrializzato non esistono più. Delphine scopre le tigri, gli uccelli, la giungla e la natura incontaminata solo attraverso le pagine di un libro, Wonders of Nature, regalatole dalla nonna.
Gli esseri umani – racconta la nonna alla nipote – hanno distrutto le foreste e gli habitat degli animali, hanno riversato la spazzatura in mare, hanno costruito fabbriche inquinando l'aria. Azioni che in poche decine di anni hanno reso la vita impossibile per tutte le forme di vita, umani compresi. Il volto della piccola Delphine è segnato dalla scarsa salubrità del mondo in cui vive: al contrario di sua nonna da giovane, lei ha occhiaie profonde, capelli corti e sfibrati, anche il suo corpo è più gracile. La protagonista del video di Blue Peter ha mai respirato aria pulita. Quello abitato da Delphine è un mondo senza bios, senza vita e senza animali: tutto è grigio e freddo, privo per sempre dei colori della natura.
Alla nonna di Delphine è affidato il racconto della Generazione Z ai posteri, ma per fare sì che questa profezia non si avveri il 2021 è l'anno in cui i grandi della terra devono agire, è detto al termine del video. Quella per la conservazione dell'ambiente è una sfida che si gioca nel presente, non nel futuro.
Cop26: una sfida di oggi
Domani sarà già troppo tardi, se non si agisce adesso sarà molto difficile invertire l'innalzamento globale di temperatura, con la conseguente distruzione degli habitat naturali e delle vite che abitano il pianeta. Non è solo un video a ricordarlo. «L'innalzamento di due gradi è una condanna a morte per il popolo di Barbuda, di Antigua, delle Maldive, della Dominica, del Kenya e del Mozambico, e per il popolo di Samoa e delle Barbados», ha dichiarato la premier delle Barbados, Mia Mottley alla Cop26. Alla prima giornata di lavori oltre ai leader di sicura partecipazione come il presidente statunitense Joe Biden, il premier italiano Mario Draghi, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente spagnolo Pedro Sanchez, sono intervenuti anche esponenti con posizioni più controverse sul cambiamento climatico come il premier indiano Narendra Modi. Proprio India e Cina in quanto "fabbriche del mondo" sono i grandi attenzionati per le due settimane della Cop26.
È a loro che si rivolge principalmente il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres quando esorta i presenti a impegnarsi per «salvare l'umanità» e smettere di scavare «le nostre stesse tombe». «È ora di smettere di brutalizzare la biodiversità. Basta ucciderci con il carbonio. Basta trattare la natura come un gabinetto», ha aggiunto con parole che non lasciano scampo ai grandi del Pianeta riuniti a Glasgow.
Perché quello proposto da Blue Peter resti solo un cartone è necessario che le istituzioni globali intervengano subito: «Fallire non è un'opzione, fallire sarebbe una sentenza di morte», conclude Guterres.