«La settimana scorsa ho fatto parte di una squadra che ha trasportato tre leoni adulti fuori dall'Ucraina. Abbiamo guidato Atlas, Luladja e Queen per 2.500 chilometri attraverso l'Europa fino al Parc de l'Auxois in Borgogna, in Francia. Un’operazione come questa è molto complicata e richiede finanziamenti e molta pianificazione logistica tra più organizzazioni e uffici governativi. E, naturalmente, poiché gli animali non sanno cosa sta succedendo, il trasporto deve essere effettuato in modo da ridurre al minimo il loro stress.
Ne hanno già passate tante». A raccontare l’ultimo trasferimento dall’Ucraina ancora in guerra verso un’Europa più sicura ed accogliente è Natalia Gozak la responsabile del salvataggio della fauna selvatica Ucraina per l'IFAW, Fondo Internazionale per il Benessere degli Animali, un’organizzazione no-profit internazionale che in più di 40 paesi in tutto il mondo è attiva nel salvataggio, riabilitazione e ritorno in natura di animali selvatici.
Il ritorno in natura però non è previsto per Atlas, Luladja e Queen, i tre leoni recuperati a Wild Animal Rescue il piccolo centro di recupero alle porte di Kiev dove Natalia Popova si è presa cura dei tre grandi felini dall'estate 2022. Il loro passato, traumatico già prima della guerra, li rende infatti completamente dipendenti dagli uomini e dalle loro cure. «Atlas è l'unico maschio dei tre – spiega infatti Natalia. – È stato salvato da un proprietario privato vicino a Kiev che si è rifiutato di prendersi più cura di lui perché il leone era diventato più aggressivo dopo i pesanti bombardamenti nella regione di Kiev durante i primi mesi dell'invasione». Ma non erano stati soltanto i bombardamenti a fare di Atlas un leone problematico e disorientato.
La sua precedente vita non era stata la vita che meritava. «Sfortunatamente, le cure che aveva prestato ad Atlas fino ad allora erano state molto scarse. Molte persone che acquistano animali esotici sottovalutano gravemente la realtà dei loro bisogni. Atlas aveva ferite causate dal freddo pavimento di cemento del suo piccolo recinto ed era gravemente sovrappeso. Pesava quasi 2,5 volte quello che avrebbe dovuto quando è arrivato al Wild Animal Rescue». Anche gli altri due leoni venivano da situazioni di disagio. «Luladja e Queen erano state entrambe salvate dall'Ucraina orientale e avevano trascorso del tempo insieme in recinti temporanei. Quando sono arrivati al Wild Animal Rescue, Queen era sovrappeso e Luladja sottopeso: erano state nutrite insieme e Queen aveva mangiato la maggior parte del cibo. Natalia li ha separati all'ora dei pasti e ora stanno entrambi meglio».
Un lunghissimo viaggio li ha portati in Europa, 2500 chilometri fino in Borgogna per trovare una nuova sistemazione, lontani dalla guerra e dai suoi pericoli. 2500 chilometri attraverso l’Europa che sono cominciati il 22 gennaio attraversando le strade innevate e coperte di ghiaccio dell'Ucraina, fino al confine dove i primi intoppi burocratici alla dogana hanno rallentato la marcia per ben dieci ore. Anche i leoni, inizialmente disorientati dal trasporto e dalle nuove abitudini, hanno avuto iniziali difficoltà a mangiare in movimento dentro le grosse casse caricate sui camion predisposti per il trasferimento.
Il 25 gennaio l’ultimo giorno del lungo viaggio, comincia alle 5 del mattino, quando la carovana riparte da Breslavia, nella Polonia occidentale, con l'obiettivo di raggiungere la destinazione finale in Francia. «A questo punto del viaggio Queen mangia bene e non si nasconde più. Atlas non mangia molto bene, ma è attivo e possiamo sentirlo ruggire nella parte posteriore – racconta ancora Natalia. – Verso le 18 attraversiamo il confine con la Francia: il nostro ultimo passaggio di frontiera! Durante una breve pausa, avevamo controllato i leoni e stavano bene. Dopo il riposo, saremmo ripartiti per coprire l'ultima tappa del viaggio».
Intorno alle 9 del mattino del 26 gennaio il gruppo arriva finalmente in Francia, accolti fra gli applausi dei tanti che erano in attesa dell’arrivo. I leoni, ancora nelle casse, stanno inconsapevolmente per cominciare una nuova vita. «Dopo averne discusso con le squadre dei trasporti e del Parco, iniziamo la procedura di scarico – spiega Natalia. – Il veicolo viene spostato il più vicino possibile al recinto interno dei leoni. Quindi un carrello elevatore scarica le casse una alla volta, guidandole attraverso il recinto esterno verso i recinti interni.
Lì, le casse vengono posizionate contro il recinto e viene aperta una botola in modo che i leoni possano muovere i primi passi nella loro nuova casa sicura e pacifica, quando si sentiranno pronti». Sono i primi istanti di una nuova esistenza, non libera ma senza privazioni e con uno spazio dignitoso in cui muoversi e socializzare con i propri simili. «Un veterinario li controlla e sono liberi di iniziare a esplorare al proprio ritmo.
È stato un lungo viaggio per tutti, ma ora queste incredibili creature potranno sperimentare sicurezza e cure diverse da qualsiasi cosa abbiano mai conosciuto fino ad ora». Anche il parco francese ha atteso l'arrivo dei tre leoni con apprensione e ha salutato l'entrata del piccolo convoglio con grande entusiasmo. «Abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da Wild Animal Rescue e ci siamo offerti per accogliere e offrire una seconda possibilità all'esistenza di questi giovani felini, di circa 2 anni. D'ora in poi al sicuro, potranno adattarsi ad un nuovo ambiente e conoscere Mikroula, la leonessa già presente. Questa fase di acclimatazione richiederà un po' di tempo e pazienza fino alla fine di questa grande avventura: riunire i leoni nei 5000mq di spazio naturale promesso. Un contrasto impressionante con il loro passato travagliato».