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16 Febbraio 2023
18:07

Un innovativo respiratore permetterà di salvare criceti, conigli e altri piccoli animali

L’innovativo macchinario, arrivato da pochissimo nella Clinica veterinaria Centro Storico di Bolzano specializzata in animali esotici e non convenzionali, è in grado di gestire l’anestesia in animali di dimensioni molto ridotte, come criceti, conigli e furetti.

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Gina è un criceto di circa due anni e da diversi giorni presentava calo di peso e scolo vaginale. Dopo una visita accurata le è stato diagnosticata una patologia che spesso risulta fatale per le cricetine se non sottoposte tempestivamente a chirurgia. Cosa che la dottoressa veterinaria Federica Ardizzone insieme al collega dottor Stefano Capodanno e all'ausilio anestesiologico della dottoressa Giulia Gottardi, hanno provveduto ad effettuare, salvando la vita della piccola Gina.

Questo è soltanto uno dei casi che arrivano alla Clinica Centro Storico di Bolzano, centro specializzato in esotici e animali non convenzionali. Ecco perché l’innovativo macchinario che gestisce l’anestesia in animali di dimensioni molto ridotte arrivato è così importante. «Si tratta di un macchinario di ultimissima generazione che riesce a ventilare specie molto piccoline e che hanno un volume di aria che circola a livello polmonare molto ristretto –  spiega a Kodami la dottoressa Ardizzone – Parliamo addirittura di pazienti di 20/30 grammi sui quali non si riesce ad agire adeguatamente con gli stessi macchinari utilizzati per animali più grandi come cane e gatto. Il dispositivo riesce ad avere il controllo della piccola respirazione durante gli interventi, elemento fondamentale, perché rispetto alla respirazione spontanea quella controllata, in ambito chirurgico, garantisce una sicurezza maggiore e questo vale anche per gli animali molto piccoli».

Di veterinari specializzati in animali non convenzionali non ce ne sono tantissimi, in Alto Adige per esempio c’è solo il Südtirol Exotics Vet che è l’associazione a cui fa capo la Clinica, luogo dove vengono effettuate concretamente le visite, gli interventi e quant’altro per tutti gli animali, convenzionali e non convenzionali.

conigli

«In altre città sono più numerosi – continua la dottoressa – diciamo che iniziano ad aumentare perché sta diventando sempre più diffuso il fenomeno di considerare queste specie come animali “da compagnia”. Basti pensare che il coniglio è il terzo animale domestico dopo cane e gatto. Quindi se prima i medici si improvvisavano, adesso si sono accorti che per trattare queste specie adeguatamente è indispensabile specializzarsi sempre di più».

Ma come ci si specializza in veterinaria per NAC, Nuovi Animali da Compagnia? «Premettendo che l’acronimo comprende dal criceto al pappagallo, dai rettili ai conigli, ai furetti, ecc. posso dire che tutto nasce da una passione personale. Qui alla clinica per esempio, siamo un team di 4 colleghi e ognuno ha una sua “specializzazione” diciamo. Io, per esempio, mi occupo dei volatili. Ma ho scelto quest’ambito perché amo da sempre questi animali, allevo pappagalli da quando ho 6 anni. Così è stato per il mio collega che allo stesso modo fa con i rettili e così via. Diciamo quindi che tutto parte da un interesse e un amore verso queste specie che poi ci ha portato a volercene anche prendere cura. Anche perché sono talmente particolari che non se non si ha una predisposizione e se non si conosce molto approfonditamente anche tutta la parte fisiologica, visto che il 90% di loro presentano infatti problemi gestionali legati ad ambienti e contesti sbagliati, diete non corrette, diventa molto difficile comprendere le loro problematiche e curarli al meglio».

Di quali patologie soffrono principalmente? «Dipende. Noi principalmente ci interfacciamo con mammiferi, quindi conigli, cavie, furetti, criceti che per la maggior parte soffrono delle conseguenze di problematiche, come dicevo, gestionali. Quindi, per esempio, i conigli spesso presentano alterazioni dentali dovute a diete sbagliate che possono compromettere anche la funzione gastrointestinale. Devo aggiungere, poi, che sono anche specie molto complicate da osservare, perché sono specie preda e quindi tendono a nascondere il malessere. Molto spesso chi li ha a casa non sa come fare a capire se l'animale sta male o quanto sia grave il problema. Per questo ci arrivano nelle condizioni più disparate e proprio per questo stiamo cercando di lavorare molto sulla prevenzione. Insegnare alle persone ad osservarli in un certo modo è la cosa più importate in assoluto per salvarli».

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Simona Sirianni
Giornalista
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