Gli incendi che assediano da giorni gran parte del territorio nazionale stanno minacciando e distruggendo anche alcune tra le più importanti aree naturali d’Italia, mettendo a rischio la biodiversità e mietendo vittime tra la fauna selvatica. Una situazione molto critica è quella che si sta verificando in Val di Comino, tra i Comuni di Alvito e San Donato Val Comino, in un’area contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Le fiamme, la cui origine è quasi certamente di natura dolosa, sono divampate cinque giorni fa nei pressi di un’area rurale di Alvito, in località Fontanelle, e nonostante gli sforzi messi in campo dalla Protezione Civile della Regione Lazio e dai Vigili del Fuoco, supportati dal personale dei Comuni interessati, da volontari e dai Guardiaparco e Carabinieri Forestali del PNALM, l'incendio si è propagato verso le pendici sotto la Serra del Re, non molto distante dai confini del Parco, superando per due volte la SR 509 di Forca d’Acero e distruggendo un bosco di conifere.
Ad alimentare le fiamme il vento, le alte temperature e l’estrema siccità: ettari di vegetazione sono andati in fumo e l’unico modo per tenerle sotto controllo è stato l’utilizzo di mezzi aerei, 3 canadair e 2 elicotteri regionali che sono riusciti a contenere il fronte per qualche ora prima che, mercoledì mattina, riprendesse intensità.
«Ovviamente c’è massima allerta in tutto il territorio per prevenire ulteriori episodi analoghi e per questo si raccomanda di evitare di accendere ogni e qualunque tipologia di fuoco al di fuori delle aree attrezzate e appositamente munite di sistemi per l’estinzione immediata – sottolineano dall’ente Parco – Per fare una stima dei danni e della superficie percorsa si aspetta di chiudere l’evento e tirare le somme di un’altra tragica storia di boschi bruciati e ambiente distrutto a causa dell’uomo».
Nei giorni scorsi sempre nel Lazio un altro incendio si è sviluppato nel Parco nazionale del Circeo, che tra i tanti ospiti animali accoglie una nutrita popolazione di impollinatori. Api, farfalle, vespe, e altri insetti fondamentali per tutelare la biodiversità, che sono bruciati con la vegetazione ai piedi del promontorio in via di torre Paola, dove sono partite le fiamme. E la conta dei danni non è ancora finita.
Lupi e orsi marsicani, le specie protette a rischio nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è popolato da numerose specie animali, alcune delle quali protette, come lupi, aquile reali e soprattutto orsi marsicani. Proprio l’orso marsicano è l’animale simbolo del Parco, una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi endemica dell'Italia centrale.
La popolazione di orsi marsicani del parco vive nelle foreste, ma frequenta anche le praterie di alta quota al limite del bosco, e alcuni esemplari in particolare sono diventati famosi per le incursioni in centri abitati: è il caso dell’orsa Amarena con i suoi cuccioli, o ancora dell’ormai notissimo Juan Carrito, balzato agli onori della cronaca per le sue scorribande a Roccaraso e più volte oggetto di interventi finalizzati a tutelarlo portando in quota e tenendolo lontano sia dai centri abitati sia, soprattutto, dalle pericolose strade che costeggiano il territorio del parco.
Proprio martedì sono iniziati i lavori di messa in sicurezza dell'autostrada A25 in collaborazione con Strada dei Parchi, l’ente che ha in gestione il tratto. Dopo la definizione di un protocollo di intesa, il Parco ha fornito alla società una consulenza per la progettazione dell'intervento di messa in sicurezza di 87 km di autostrada ed è iniziata l’installazione delle protezioni che dovrebbero tenere al sicuro la fauna selvatica – orsi e lupi in primis – da auto e mezzi pesanti.
La priorità adesso è però tenere sotto controllo l'incendio che è scoppiato nei pressi del parco, che potrebbe causare danni irreparabili alla flora e alla fauna di una delle aree più significative, a livello di biodiversità, d'Italia.