Con i cambiamenti climatici se l’Europa potrà ancora veder volare le farfalle forse lo dovrà a quelle che attualmente vivono nella parte meridionale. Sono infatti quelle del Nord, al di sopra delle Alpi, le più a rischio, semplicemente perché hanno una minore variabilità genetica. E’ questo quanto emerge dalla raccolta di 20 mila sequenze di Dna mitocondriale di questi animali, la più completa analisi dei profili genetici delle farfalle europee.
La firma del lavoro è di un team internazionale coordinato da un ricercatore dell’Università di Firenze, Leonardo Dapporto. Sulla rivista scientifica Communications Biology sono stati pubblicati i risultati dello studio che ha visto la collaborazione anche di esperti della Finlandia, Spagna, Regno Unito, Canada, Austria, Belgio.
«Ogni farfalla del Sud Europa è geneticamente più varia – spiega a Kodami Dapporto, ricercatore di zoologia – E’ un po’ come se al Nord ci fossero della stessa specie solo esemplari "biondi e occhi azzurri" e al Sud popolazioni più miste. Quando cambierà il clima nel Meridione ci sarà qualcuno che sarà casualmente più adatto. Nel Nord basta invece un piccolo cambiamento per metterle più a rischio. Bisognerà sperare nelle farfalle del Sud che potranno andare al Nord». Dapporto ha specificato anche che la variabilità genetica inizia a decadere subito dopo le Alpi, nell’Europa centrale. Le specie più presenti nel vecchio continente sono la Cavolaia, la Vanessa Atalanta e la Vanessa Io.
La banca dati ha i codici genetici di tutte le regioni d’Europa, da Capo Nord a Creta. «La nostra è probabilmente la più completa raccolta al mondo per un intero gruppo animale – racconta Dapporto – Ci sono voluti più di dieci anni, durante i quali abbiamo sequenziato un piccolo segmento del Dna che porta con sé molte informazioni sulla specie e sulla storia delle popolazioni, il Dna mitocondriale, talmente rapido da estrarre rispetto all’analisi genetica completa e così altamente informativo da essere stato definito Dna-barcoding – prosegue il ricercatore – un vero e proprio codice a barre identificativo delle circa 500 specie di farfalle che vivono in Europa».
«Durante le glaciazioni l’Europa centro settentrionale era coperta da ghiaccio e la vita delle farfalle era impossibile – spiega il ricercatore di zoologia – Alla fine delle glaciazioni le farfalle hanno potuto colonizzare le regioni settentrionali. Ma non tutta la ricchezza genetica accumulatasi nell’Europa meridionale è migrata al Nord, solo quella piccola parte appartenente agli individui che, casualmente, si sono mossi verso le nuove aree rese disponibili dal ritiro dei ghiacci. Questo fenomeno, descritto come "southern richness and northern purity" e verificato grazie alla nostra ricerca ci dice che nell’Europa del Sud la biodiversità, fondamentale per l’adattamento e la sopravvivenza delle farfalle, è più alta».