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29 Dicembre 2021
12:38

Un giornalista sotto copertura documenta il traffico illegale di cuccioli in UK

Tutto il mondo è paese. E, proprio come in Italia, anche nel Regno Unito i riflettori si accendono sul traffico illegale dei cuccioli. Un giornalista sotto copertura del tabloid britannico Daily Mail ha fatto le pulci a quanti, dalla Polonia, alimentano il traffico di cani nel Regno di Elisabetta II. Un giro d’affari di miliardi di sterline per far varcare i confini a migliaia di esemplari senza alcuna profilassi sanitaria e in pessime condizioni di salute.

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Tutto il mondo è paese. E, proprio come in Italia (Kodami ne ha realizzato, di recente, un approfondimento), anche nel Regno Unito i riflettori si accendono sul traffico illegale dei cuccioli. Un giornalista sotto copertura del tabloid britannico Daily Mail ha fatto le pulci a quanti, dalla Polonia, alimentano il traffico di cani nel Regno di Elisabetta II. Un giro d’affari di miliardi di sterline per far varcare i confini a migliaia di esemplari senza alcuna profilassi sanitaria e in pessime condizioni di salute.

Il viaggio dura al massimo 33 ore e i cuccioli vengono mantenuti senza cibo e giusto con un po’ d’acqua. Sono poi quelli che vengono definiti «intermediari senza scrupoli», a trasformare i cani da polacchi e britannici. Gli animali dovrebbero aspettare almeno 12 settimane prima di poter essere vaccinati contro la rabbia e quindi poi aspettarne altre tre prima di entrare nel Regno Unito. Ma proprio l’attività di intermediazione riesce a camuffare le carte: ci sono rivenditori che riescono a far ottenere documenti falsi a cagnolini di appena sette settimane.

Il castello criminale viene costruito grazie a connivenze e accordi in entrambi i Paesi. Alcuni allevatori di un mercatino polacco forniscono falsi certificati di nascita. E poi ci sono bande che prendono di mira i cuccioli più giovani, li selezionano e li portano nel Regno Unito. Senza contare la rete sul web, da dove si alimenta il traffico e i veterinari che vaccinano cani troppo piccoli o danno false certificazioni vaccinali.

Dal 2015 a oggi, secondo l’organizzazione Dogs Trust, più di 3.000 cuccioli sono stati salvati al confine del Regno Unito: il 22% veniva dalla Polonia. Si tratta, secondo Claire Calder, capo delle relazioni pubbliche dell’associazione benefica, solo della «punta dell’iceberg», anche perché periodi come quelli del Natale innescano un’impennata nella domanda.

I cronisti di Undercover Mail, il servizio sotto copertura del Daily Mail, si sono spacciati per allevatori britannici e hanno visitato un mercato a Slomczyn, nelle vicinanze di Varsavia. Lì imprenditori senza scrupoli si vantavano di taroccare i certificati e di riuscire a introdurre clandestinamente gli animali Oltremanica. Lo scenario che hanno potuto vedere è stato davvero allucinante: recinti di lamiera ondulata, con esemplari tremolanti in scatole di cartone e gabbie.

In pochi minuti riuscivano a ottenere i moduli falsi per piazzare un Beagle di otto settimane a 110 sterline. Un prezzo di gran lunga inferiore alle 1.400 che vengono chieste sul mercato britannico. I giornalisti hanno pagato 9 sterline per il solo certificato e, dopo dieci minuti, il commerciante polacco si è presentato con tutti i documenti in regola, con i dettagli della linea di sangue, dell’allevatore e dell’allevamento. Ma ha taroccato la certificazione per farlo sembrare di 16 settimane. Altrettanto è accaduto per un Labrador di 7 settimane, la cui documentazione tentava di dimostrare come fosse di 16. Il prezzo? L’animale veniva venduto a 170 sterline, con un costo di mercato a Londra che può arrivare fino a 2.500.

I rivenditori nel viaggio tra la Polonia e l’Inghilterra sono ormai molto smaliziati. A tal punto che sanno quali sono i trucchi da usare per le staffette: pulire bene la gabbia e far addormentare i cuccioli sono le dritte per evitare che i doganieri possano insospettirsi.

E in Italia? La Penisola è uno degli snodi principali e la più importante porta di accesso per i traffici illeciti di animali dall'Est Europa. Non sono solo cani e gatti al centro del mercato nero degli animali, sempre più specie selvatiche protette arrivano o transitano per il nostro paese, mettendo a rischio la loro conservazione.

Sono questi alcuni degli spunti più importanti emersi dal webinar congiunto tra Lav e Arma dei Carabinieri sul complesso fenomeno dei traffici illeciti di animali.  Laura Arena, veterinaria esperta di benessere animale e componente del Comitato scientifico di Kodami, ha spiegato sul nostro sito chiaramente quali fossero le conseguenze normative di questo mercato nero ma anche gli effetti sulle vittime. «Esiste un altissimo tasso di mortalità, lungo tutta la filiera, a partire dalla nascita fino al momento del trasporto e dell’arrivo nella nuova casa – ha scritto – Spesso, una volta acquistati e già introdotti nella nuova famiglia, alcuni cuccioli muoiono a causa di malattie non diagnosticate, spesso in fase di incubazione».

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