video suggerito
video suggerito
22 Novembre 2021
17:14

Un flash mob per salvare i daini di Fregene: l’ultima iniziativa sulla “strada maledetta”

Nove daini morti negli ultimi due mesi e un flash mob di cittadini e attivisti per chiedere maggiore sicurezza per la comunità animale e umana che si scontra sulla via della Veneziana a Fregene. Per dire basta alla strage sulla "strada della morte" non servono solo recinzioni più alte e illuminazione, ma l'intervento delle istituzioni.

209 condivisioni
strage daini fregene

Un flash mob per chiedere maggiore sicurezza per la comunità di daini e una migliore illuminazione notturna sulla via della Veneziana a Fregene, la "strada maledetta" sulla quale hanno trovato la morte almeno nove esemplari negli due ultimi mesi.

Per fare fronte a questa emergenza si è costituito il Comitato spontaneo per la difesa dei daini e della sicurezza degli automobilisti che sabato 20 novembre ha dato il via a una manifestazione presso la via incriminata. Le proposte sono ben note: recinzioni più alte che impediscano ai daini l'attraversamento e una migliore illuminazione per consentire agli automobilisti in transito di scorgere per tempo gli animali. I daini, infatti, sono particolarmente vulnerabili agli incidenti stradali perché non percepiscono le macchine come un pericolo.

La zona in cui avviene la maggior parte degli scontri costeggia la Riserva naturale statale Litorale Romano, all'interno della quale è presente l'Oasi gestita dal WWF Macchiagrande. Questa è la più estesa delle tre riserve del Litorale e ospita una grane varietà ambientale e faunistica. È qui che il daino ha trovato un ambiente favorevole sin dalla sua introduzione a partire dagli anni Novanta.

Per fare fronte agli incidenti il Comune di Fiumicino aveva disposto una serie di accorgimenti che però non si sono dimostrati sufficienti per evitare gli scontri. A nulla sono servite le reti di recinzione laterali, alte fino a due metri, presenti nei pressi dell'ingresso sud di Fregene; inutile anche la scelta di lasciare aperto un singolo varco di venti metri per il transito degli animali in corrispondenza del dosso rialzato per il rallentamento dei veicoli. Come già osservato in Trentino, anche qui la scelta di istituire un corridoio faunistico potrebbe non essere la scelta adeguata per la gestione degli animali sul territorio.

Gestione della fauna selvatica: di chi è la responsabilità?

Sabato i manifestanti erano guidato da Massimiliano Graux che prima di promuovere il flash mob era già entrato in polemica con l'Oasi Macchiagrande del WWF, accusata di non aver messo in atto tutte le misure utili a proteggere animali e umani dagli incidenti.

Alla provocazione ha subito risposto l'Oasi di Macchiagrande con una nota nella quale ha ribadito «la propria disponibilità a dare il supporto a tutte le iniziative che si vorranno mettere in campo, come ha già fatto e comunicato oramai da tempo». L'Oasi ha poi sottolineato come siano state già istituite in tutta la zona interessata dall'attraversamento dei daini «sistemi semplici come cartellonistica e dissuasori, o complessi con l’ausilio della tecnologia, già in uso in molte parti d’Italia, che abbattono di molto il rischio di contatto tra fauna selvatica e automezzi». Resta però di fondamentale importanza avere un «piano di gestione della fauna che definisca tutte le misure di conservazione per la tutela della fauna presente nella Riserva naturale Statale del Litorale Romano».

Insomma, le figure preposta alla risoluzione del problema non possono essere gli attivisti del Comitato né la Riserva Macchiagrande: gli unici a poter intervenire in maniera efficace sono la Regione Lazio e il Comune di Fiumicino. L'Oasi ha sottolineato anche come «la convivenza tra fauna selvatica e territorio urbanizzato rappresenti una delle principali sfide nella gestione di un’area protetta, tra l’altro complessa come quella della Riserva naturale Statale del Litorale Romano».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views