Una giraffa e un elefante in fuga tra i viali degli studi di Cinecittà, a Roma. La scena è stata immortalata nei giorni scorsi nel complesso di via Tuscolana, storica sede degli studi cinematografici e televisivi della Capitale, ed è stata diffusa online diventando virale, suscitando parecchia ilarità e ancora, purtroppo, poca riflessione.
Nelle immagini si vedono un elefante e una giraffa correre lungo i viali, sotto il sole, inseguiti da alcune persone in quelli che appaiono come abiti di scena. È chiaro dunque che gli animali erano su un set, impiegati in riprese, e che per qualche motivo sono sfuggiti al controllo del personale riuscendo a guadagnare l’uscita. Sono poi stati recuperati e riportati all’interno degli studi, ma quanto accaduto non fa che sottolineare, ancora una volta, quanto ancora gli animali vengano sfruttati per ragioni cinematografiche, di intrattenimento e anche economiche.
In un’epoca in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante, ed è in grado di ricreare in modo del tutto realistico scene anche fantascientifiche, non può che stupire, e anche far riflettere, la scelta di sfruttare animali in carne e ossa, selvatici per di più, costringendoli a restare su un set, tra luci, rumori e persone, per pochi minuti di riprese. Lo hanno ribadito a gran voce anche gli attivisti per i diritti animali dopo la diffusione del video, avvenuta sul canale Instagram Welcome to Favelas.
«Nel 2023 l'utilizzo degli animali non è più moralmente accettabile né assolutamente necessario ,abbiamo a disposizione effetti scenici strabilianti, quindi perché costringere ancora poveri animali a fare gli "attori"? – tuonano da Animaliberaction – Via Tuscolana non è assolutamente il luogo adatto per giraffe ed elefanti. Dovrebbero essere liberi di vivere la loro vita nel proprio habitat in totale libertà. Ma cosa possiamo fare noi nel concreto? Evitare di andare al cinema e pagare il biglietto quando nei film vengono utilizzati animali reali. Gli animali non sono attori».
Purtroppo per animali come questi, parlare di ritorno in libertà non è possibile. Si tratta infatti di animali selvatici ormai abituati alla vita in cattività e all’interazione con gli esseri umani, animali che proprio dagli esseri umani hanno ricevuto cibo per gran parte della loro vita, e che non riuscirebbero dunque a sopravvivere nel loro habitat. Potrebbero, però, trascorrere i loro giorni in santuari e in strutture che, per quanto possibile, ricreano le condizioni ideali di vita per loro, cercando di restituire quantomeno una parvenza di vita in natura. A Roma, d’altro canto, ci sono già state polemiche relative allo sfruttamento di animali per ragioni cinematografiche. Lo scorso anno, in piena estate, Nanni Moretti aveva girato nel centro della città alcune scene del film “Il Sol dell’Avvenire”, facendo sfilare elefanti vicino ai Fori Imperiali e tenendo in gabbia alcuni leoni per impiegarli in altre scene. Anche in quel caso la condanna delle associazioni, Lav in primis, era stata durissima.