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3 Luglio 2023
10:30

Un drone per seguire e studiare i cetacei: in Liguria due anni di test per Guardia Costiera e Istituto Tethys

La sperimentazione ha interessato tutta la regione, da Sarzana a Imperia. In soli otto mesi il drone con maxiautonomia ha percorso 33.566 chilometri in volo.

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Una Balenottera Comune avvistata nel Santuario Pelagos (foto Istituto Tethys)

La Guardia Costiera ligure e l’Istituto Tethys, l’organizzazione senza fini di lucro che dal 1986 monitora il mar Ligure, si affidano alla tecnologia per monitorare la popolazione di cetacei nel Santuario Pelagos. L’area marina transnazionale condivisa tra Italia e Francia è popolata da numerose specie di cetacei, dalla Balenottera Comune ai Capodogli oltre ai molti Tursiopi e, per monitorare al meglio gli “ospiti” del Santuario, è stato sperimentato un drone con maxiautonomia capace di volare per ore sul mare.

Lo studio di fattibilità è durato due anni con 54 missioni, 330 ore di volo e 33.566 chilometri percorsi in otto mesi. La sperimentazione del drone è partita dalla base della Guardia Costiera di Sarzana per arrivare sino a Imperia nei cieli sopra al Santuario Pelagos.

«Adesso abbiamo fatto il test – spiega Sabina Airoldi, direttrice del progetto – ma ci piacerebbe utilizzarlo per un vero monitoraggio. Il test è stato un successo, consuma pochissimo e non è invasivo. Una volta che si individuano gli animali si può stare per tutto il tempo che si vuole sopra di loro senza disturbarli perché restiamo molto alti e grazie alla sensoristica, quindi, grazie alla possibilità di zoomare, non abbiamo bisogno di avvicinarci come succede con la barca e il rumore è minimo. In questi mesi abbiamo potuto notare una corrispondenza con gli avvistamenti che avevamo fatto a bordo della barca. A inizio ottobre 2022 abbiamo avvistato un grande gruppo di Capodogli che dall'alto possono essere seguiti senza disturbare e, grazie al drone, abbiamo potuto osservare il loro comportamento».

«È un aeromobile che capacità molto spinte con circa 10 ore di autonomia – racconta l'ammiraglio ispettore Sergio Liardo, comandante del porto di Genova – l'aspetto importante è che attraverso l'utilizzo di questo drone fornito dall'Emsa, siamo riusciti ad ottenere una capacità spinta che allunga le tempistiche di pattugliamento classico che quindi non si limitano solo al periodo estivo e soprattutto incrementa anche la capacità di scoperta, quindi di identificare cetacei, come nel caso dei Capodogli ad ottobre per la prima volta osservati nel Mar Ligure, ma è utile anche in caso di operazioni di soccorso».

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Pietro Zampedroni
Giornalista
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