«Ragù, sei stato una piccola meteora che ha rivoluzionato, per soli due mesi, davvero troppo pochi, la vita della splendida famiglia che ti aveva adottato. Li hai sommersi di felicità. E tu, cucciolino di appena 5 mesi, avevi finalmente trovato dei cuori che battevano per te. Che ti avevano fortemente voluto, proprio te, randagino siciliano abbandonato nelle campagne. Che ti adoravano».
È successo a Bologna, nel quartiere Costa di Saragozza, a causa di un cancello aperto e di un pet mate disattento. Per questo Ragù è morto: aggredito da un Pitbull fuggito dal suo giardino che gli si è avventato contro. Il post su Facebook , scritto da una conoscente della famiglia di Ragù, ha richiamato tantissime parole d’affetto e di sostegno per gli umani del cagnolino rimasti sconvolti da questa assurda disgrazia.
«Morire così, a pochi metri da casa, in Via Andrea Costa, di ritorno da una splendida passeggiata, é davvero inaccettabile. Spero siano stati veramente dei secondi. Che il tuo cuoricino abbia smesso di battere nel più breve tempo possibile. Siamo sgomenti. Senza altre parole. Non riusciamo a smettere di piangere. Ciao Ragù, perdonaci, se puoi».
Un post che ha richiamato l’attenzione anche di Selvaggia Lucarelli che lo ha condiviso sul suo account lanciando strali contro l'umano di riferimento del cane «incapace di gestirlo».
«I cani grandi e potenzialmente letali vanno gestiti come un’arma. Se non siete capaci prendetevi un criceto. Anzi, non prendete niente perché chi non sa gestire un animale, non lo sa gestire di qualunque taglia sia», scrive la giornalista.
Recentemente su Kodami abbiamo proprio affrontato il tema dei cani che vengono aggrediti da altri cani e del dolore immenso della perdita dei pet mate che così vivono una tragedia nella tragedia. La responsabilità, ci teniamo sempre a sottolinearlo, non è da attribuire ai cani ma a chi è il loro riferimento umano. Francesco Cerquetti ne ha parlato con la Dottoressa Stefania Acquesta, medico veterinario, educatore e istruttore cinofilo. «Quasi tutti i casi riportati e le testimonianze dirette riferiscono le stesse dinamiche. Un cane di grossa taglia sfugge alla persona o viene lasciato libero senza strumenti di controllo o è libero di vagare o, ancora, è fuggito dalla propria abitazione. Dall’altra parte abbiamo un cane di piccola taglia, molto spesso al guinzaglio o comunque vicino al suo umano».
C'è un gruppo su Facebook "L'altra parte del guinzaglio" in cui vengono proprio raccolte le storie di persone che si sono trovate in una situazione così drammatica, fondato da Claudia Scarselli: «Non ci aspettavamo un numero così grande, purtroppo sono episodi all’ordine del giorno. Alcuni sono più fortunati perché tutto si limita ad un grande spavento. E tuttavia questo arriva a volte anche a limitare la vita di cani e persone. In alcuni casi per certe persone diventa addirittura difficile anche solo uscire per far fare i bisogni al proprio cane a causa del trauma subito. Per non pensare che qualche cane è stato aggredito pure nel proprio giardino per l’incuria del vicino di casa».
Gli incidenti tra cani sono una realtà abbastanza diffusa, ma additare l'animale come aggressivo o pericoloso, significa dare un giudizio senza tenere conto di fattori importanti. Uno, nello specifico: la responsabilità del pet mate.
Per la legge, infatti, «il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocati dall’animale stesso» (Ordinanza contingibile e urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani).
Legge che afferma, peraltro, anche una responsabilità penale per l'umano nei casi di lesione da parte del cane sia nei confronti di un essere umano, sia nei confronti di un altro animale.
Quando si parla di pet mate consapevoli, significa proprio questo. Esserlo significa, infatti, essere anche responsabili. E quindi non basta sapere che tipo di cibo mangi il cane o quante volte vada portato fuori. Bisogna anche conoscere profondamente le caratteristiche e le motivazioni della razza che si va a scegliere per capire precisamente come vada gestita. I cani comunicano in maniera diversa da noi, hanno una socialità diversa e un linguaggio diverso dal nostro e sta a noi comprenderlo.
Il tema è questo, fondamentalmente. È importante che le persone vengano sensibilizzate sempre di più, affinché succedano sempre meno incidenti e un elenco di razze "pericolose" non venga riattivato.