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3 Agosto 2024
12:00

Un “biodeposito” sulla Luna per inviare campioni di cellule degli animali a rischio sulla Terra

Obiettivo, preservare la biodiversità che sulla Terra sta rapidamente e inesorabilmente scomparendo. I campioni sarebbero crioconservati, ovvero congelati ma mantenuti vivi.

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Creare sulla Luna uno deposito protetto per inviare campioni di cellule di gran parte degli animali della Terra e preservare così la biodiversità. L’idea di una futuristica “arca di Noè” è stata lanciata da un gruppo di scienziati dell'Istituto Smithsonian di Washington, ed è al centro di uno studio pubblicato sulla rivista BioScience.

«La biodiversità della Terra è sempre più minacciata e a rischio – spiegano gli scienziati coordinati dalla dottoressa Mary Hagedorn – La nostra proposta è di creare un biodeposito lunare per la conservazione a lungo termine di campioni crioconservati vivi per salvaguardare la biodiversità e supportare la futura esplorazione spaziale. Anche secondo i modelli più ottimistici di cambiamento climatico globale, una percentuale impressionante della biota della Terra si estinguerà, e a causa di innumerevoli fattori antropogenici, un'alta percentuale di specie ed ecosistemi affronta quotidianamente minacce di destabilizzazione ed estinzione, che stanno accelerando più velocemente della nostra capacità di salvare queste specie nel loro ambiente naturale. C'è un urgente bisogno di immaginare strategie innovative per conservare la biodiversità della Terra per proteggere gli ecosistemi del futuro».

È in frangenti come questi, e davanti a minacce così concrete, che la scienza rappresenta una speranza e un’ancora di salvezza. La crioconservazione, nello specifico, è una pratica che consiste nel congelare le cellule, vive, e mantenerle tali per centinaia di anni. Una volta scongelate è possibile quindi recuperare il dna, cellule intatte e persino interi organismi funzionali. A oggi molte istituzioni conservano campioni biologici umani, ma sono molti meno i biodepositi che conservano campioni congelati di animali selvatici vivi. A questo si aggiungono le complicanze derivanti dalle modalità di gestione dei biodepositi, che richiedono molto personale, energia elettrica e una fornitura continua di azoto liquido, il che li rende suscettibili a disastri naturali e geopolitici imprevedibili.

La Luna potrebbe dunque rivelarsi un sito ideale per la creazione di un biodeposito dedicato a campioni di animali che richieda scarsa gestione. Come spiegano gli scienziati, nel 4,5% del polo sud della Luna, la variazione stagionale della temperatura è stabile tutto l'anno a -196 °C o al di sotto, ovvero la temperatura necessaria per sospendere ogni attività biologica.

«Un tale biorepository salvaguarderebbe la biodiversità e fungerebbe da protezione contro la sua perdita dovuta a calamità naturali, cambiamenti climatici, sovrappopolazione, esaurimento delle risorse, guerre, minacce socioeconomiche e altre criticità concrete sulla Terra – si legge nello studio – Inizialmente si tratterebbe di un caveau per campioni vivi e crioconservati degli animali più a rischio sulla Terra, ma nel tempo il nostro obiettivo è crioconservare la maggior parte delle specie animali sulla Terra. Oltre a salvaguardare la biodiversità della Terra, un biodeposito lunare farebbe progredire la nostra comprensione fondamentale di come le cellule si comportano nello spazio e preserverebbe anche campioni di animali, piante e microbi che potrebbero essere essenziali per l'esplorazione umana del sistema solare o della galassia».

Il progetto è ovviamente molto ambizioso: durerebbe decenni, e richiederà la collaborazione di una vasta gamma di Paesi, gruppi culturali, agenzie e stakeholder internazionali per sviluppare piani accettabili per la conservazione dei campioni, la governance e la gestione a lungo termine. Potrebbe però rappresentare una vera e propria svolta: «Proteggere la vita sulla Terra deve essere una priorità assoluta nella corsa ai siti lunari per le industrie e molti tipi di scienza – concludono gli scienziati – I nostri prossimi passi a breve termine includono l'espansione della nostra base di partnership, in particolare per includere laboratori e agenzie che lavorano nella ricerca spaziale, l'estrazione e la crioconservazione di cellule fibroblastiche dalle pinne crioconservate dei pesci e il test del loro confezionamento in condizioni simili a quelle spaziali sulla Terra, e la garanzia del supporto per i test sulla ISS, oltre alla creazione di metodologie di campionamento e di deposito per i partner che li raccolgono sulla Terra».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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