Ancora una volta un orso è stato investito da un'auto in Trentino. E' successo a Tavodo, nelle Giudicarie esteriori. L'incidente è avvenuto nella mattinata del 17 ottobre, intorno alle 6:30, lungo la Strada Statale 421. Come accaduto qualche giorno fa nei pressi di Fai della Paganella, l'animale è riuscito a fuggire nonostante l'impatto. Sul posto è intervenuto il personale specializzato del Corpo Forestale del Trentino con un'unità cinofila per gli accertamenti e anche per provare a stabilire l'identità dell'orso.
L'incidente è avvenuto a distanza di pochi giorni da quello accaduto lungo la strada che da Andalo porta a Fai della Paganella ma anche a poche settimane da un altro impatto, dove sfortunatamente un cucciolo ha perso la vita a Vermiglio, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre. E poi ancora lo scorso anno, quando perse la vita F9, una femmina adulta nata nel 2010, morta investita il 15 ottobre 2021 sulla statale SP34, nei pressi dell’abitato di Ragoli, a Sud delle Dolomiti di Brenta.
Sembra quindi evidente che ci troviamo di fronte a un problema piuttosto serio, che non solo mette in pericolo la vita della fauna selvatica, ma anche quella degli automobilisti che si scontrano con gli animali. Il dibattito è aperto e se ne discute ormai da tempo sull'importanza di trovare rapidamente possibili soluzioni per ridurre gli incidenti, come aveva già sottolineato a Kodami Ivana Sandri, presidente della sezione trentina dell'ENPA: «Chiediamo da anni alla Provincia Autonoma di Trento di predisporre corridoi faunistici che possano finalmente diminuire le possibilità di impatto con gli autoveicoli e i motoveicoli».
Gli orsi, reintrodotti in Trentino nei primi anni 2000 attraverso il progetto Life Ursus, tendono a muoversi soprattutto in ambienti scarsamente abitati dall'uomo, ma trattandosi di una specie che si sposta su territori estremamente ampi, può accadere che siano obbligati a superare strade più o meno trafficate, rischiando così di scontrarsi con i veicoli. Solitamente gli animali, come accaduto negli ultimi due casi, riescono a sopravvivere e a scappare tra i boschi.
Il dibattito resta però accesso e occorrerà trovare una soluzione anche per gli altri animali come caprioli e cervi, che da soli rappresentano circa il 90% della fauna investita. Una possibile soluzione messa in atto dalla Provincia ha riguardato proprio il posizionamento di sagome di caprioli in alcuni tratti particolarmente trafficati ma, come aveva spiegato il responsabile del Servizio Faunistico Provinciale, Giovanni Giovannini, ancora non si è riusciti a trovare una soluzione univoca e definitiva.
Soluzioni che, sempre secondo Sandri di ENPA, non posso però più attendere: «Il 90% degli investimenti avviene in circa il 30% della rete stradale – aveva spiegato a Kodami – Al fine della tutela della fauna e della sicurezza delle persone, la costruzione dei corridoi faunistici non è più differibile».