Da Napoli a Milano, da Firenze a Palermo, da Roma a Reggio Emilia: a nulla sono valse ordinanze e raccomandazioni, perché in tutta Italia il Capodanno è stato festeggiato, ancora una volta, con l’esplosione di petardi e fuochi d’artificio. Scene in molte città paragonabili a una vera e propria guerriglia, in cui i botti sono stati gli indiscussi protagonisti di una narrazione che anno dopo anno sembra purtroppo restare la stessa. E questo nonostante i sempre numerosi feriti (anche tra i più piccoli), i danni provocati all’ambiente – incendi in primis – e le pesantissime conseguenze sugli animali, che si tratti di quelli domestici o della fauna selvatica.
I dati del Viminale sui festeggiamenti per l’ultimo dell’anno restano allarmanti: nessuna vittima, ma 180 feriti (di cui 48 ricoverati), 11 dei quali gravi, come testimonia il report del dipartimento della pubblica sicurezza. Persino peggio dell’anno scorso, quando i feriti furono 124. E da ogni zona dello Stivale sono arrivate segnalazioni in merito ad animali terrorizzati dalle esplosioni e in molti casi fuggiti da case, giardini o boschi per paura. Con conseguenze in alcuni casi fatali e ampiamente previste, visto che già diversi giorni prima del 31 dicembre le associazioni – e Kodami stesso, attraverso una campagna di sensibilizzazione – avevano lanciato appelli affinché non si usassero botti per festeggiare San Silvestro e il nuovo anno per proteggere gli animali. Appelli rimasti inascoltati: è sufficiente scorrere i social per rendersi conto di quante richieste di aiuto sono state postate già dalle prime ore dell'1 gennaio per cani e gatti scappati di casa a causa dei botti, per non parlare degli interventi per recuperare esemplari di fauna selvatica in difficoltà o, peggio ancora, ormai privi di vita.
Lupa investita e uccisa a Modena: «Spaventata dai botti»
A Modena, per esempio, una giovane lupa di un anno è morta dopo essere stata investita da un’auto mentre fuggiva per trovare rifugio dai botti, una notizia diffusa dal centro recupero fauna selvatica Il Pettirosso accompagnata da una dura condanna: «Ecco una prima vittima, una giovane lupetta investita perché spaventata da quei botti che speriamo portino un pessimo 2023 a chi li fa. Tutto alquanto vergognoso». E sempre a Modena nei giorni precedenti a Capodanno, quando già i festeggiamenti erano in atto tra petardi e fuochi, una cagnolina era stata investita dopo essere fuggita dal suo giardino ed essersi ritrovata a vagare sulla tangenziale.
Soltanto una delle moltissime voci risuonate sui social per protestare contro un’usanza che per troppe persone ancora è accomunata al divertimento, mentre per gli animali (ma anche per moltissimi esseri umani) è sinonimo di terrore, ansia e stress. I botti spingono inoltre cani e gatti a scappare per cercare riparo, rischiando di farli finire in mezzo alla strada, a rischio investimento, e in molti casi sono causa di infarti, soprattutto per animali anziani e cardiopatici. Gli uccelli, disorientati a causa delle luci e del frastuono, rischiano di schiantarsi contro alberi, muri, vetrate e cavi elettrici, e gli animali che popolano parchi e boschi finiscono a loro volta sulle strade nel tentativo di allontanarsi dalla fonte del rumore.
Ordinanze sindacali non rispettate e le associazioni chiedono una legge nazionale
A poco sono servite le ordinanze emanate dai sindaci. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, così come quello di Roma, Roberto Gualtieri, sono stati sommersi dalle critiche per quella che è stata definita una totale assenza di controlli sul territorio per accertarsi che le disposizioni venissero rispettate: inutile emanare ordinanze, sottolineano cittadini e associazioni che si battono per la tutela animale, se non si mettono poi in pratica misure per farle rispettare. Da qui la richiesta di adottare una legge nazionale che vieti l’uso dei botti in modo permanente e definitivo, come chiesto a gran voce dalla Lav.
«Lo strumento d’elezione per contrastare concretamente l’utilizzo di botti e petardi e i danni correlati è rappresentato da una modifica legislativa che intervenga a livello nazionale a vietare o irrigidire i limiti di utilizzo di simili articoli – sottolinea l’associazione – Lav ha già predisposto una proposta di legge a riguardo che verrà riproposta anche in questa legislatura, ma, vista la mancanza di copertura normativa per tali regolamenti comunali, ha nel frattempo predisposto una proposta di regolamento che miri a vietare solo i fuochi di categoria F2 e F3 per ragioni di incolumità pubblica e/o ambientale/animale e che i Comuni possono far proprio per minimizzare la possibilità che venga impugnato». Il riferimento è ai numerosi ricorsi al Tar presentati da commercianti di articoli pirotecnici per impugnare ordinanze sindacali che ostacolerebbero la vendita dei botti.