Cammina fino a 30 chilometri ogni giorno, per tanti sembra non avere una meta ma lui sa benissimo dove andare, perché Ulisse ama esplorare le strade, le piazze e gli angoli della città. Questo meticcio, un simil pastore, è nato in strada, cresciuto assieme ad altri cani e vive in libertà. Ulisse, infatti, è stato adottato dall'intera comunità di Ostuni, diventata la sua famiglia.
Ulisse fa parte del progetto promosso dal Comune pugliese per il monitoraggio dei cani randagi reimmessi sul territorio. Grazie al gps installato sul suo collare, infatti, vengono costantemente monitorati i suoi spostamenti, così da preservarne il benessere senza intaccare la sua personalità e la sua vita in libertà. Il canile sembrava un destino inevitabile, ma grazie alla sua tutor Silvana, oggi Ulisse può girovagare tra le diverse frazioni di Ostuni, dove riceve cibo e carezze da passanti di ogni età.
Col tempo, questo cane è diventato una vera e propria celebrità, tanto che la comunità di Ostuni gli ha dedicato una pagina Facebook, "Gli Amici di Ulisse", dove i cittadini possono condividere i momenti trascorsi accanto a lui. Un rapporto che ha migliorato non solo il benessere di Ulisse, ma anche quello dei suoi compagni umani, che hanno imparato a relazionarsi con un cane: «Grazie a Ulisse non ho più la paura di accarezzare cani di grossa taglia», spiega ad esempio un utente della pagina.
Il gps installato sul collare ha permesso non solo di conoscere i percorsi preferiti di Ulisse, ma anche i luoghi dove è solito riposarsi e le sue abitudini più particolari. Attualmente, la città di Villanova è la sua meta prediletta, ma sono diverse le frazioni di Ostuni in cui Ulisse è solito girovagare, anche per centinaia di chilometri. Spesso, infatti, capita che il segnale del gps scompaia quando si infila in cunicoli e sottopassaggi, che gli consentono di attraversare in sicurezza percorsi potenzialmente pericolosi come le autostrade.
Ulisse è riuscito a evitare una vita fatta di reclusione forzata e libertà negata, ma sono tanti i cani di strada che non hanno avuto la sua stessa fortuna e che vivono rinchiusi nelle gabbie dei canili, visti spesso come l’unica “soluzione” al randagismo. La storia di questo cane ci dimostra non solo che prendersi cura di un cane di strada è possibile, ma che la voglia di libertà di un essere vivente è un valore da difendere e tutelare.