«Per trenta metri» il canile di Borodyanka non è entrato nel corridoio umanitario per aiutare i profughi. E così di tutti gli oltre 500 cani e gatti lì rinchiusi si sa poco e niente.
La denuncia arriva dalla Lega nazionale difesa del cane Animal Protection che, insieme a One World Actors Productions Animal Rescues/Owap, ha firmato una lettera diretta all’Ambasciata della Federazione Russa in Italia.
La richiesta è fin troppo chiara: permettere di realizzare un corridoio umanitario che coinvolga anche il canile e autorizzare la direttrice dei servizi veterinari di Kiev, Natasha Mazur, con i suoi volontari, ad entrare nella struttura che prima del conflitto ospitava più di 500 tra cani e gatti.
«Non sappiamo se è stato bombardato o se è andato distrutto – spiega a Kodami Piera Rosati, presidente della Lndc – La speranza è che sia stato usato come punto di appoggio per i russi e che con il buon cuore di qualcuno sia stato dato da mangiare e da bere. Ma non credo proprio sia andata a finire così. Penso che ci siano state atroci sofferenze e che i più deboli e anziani siano morti».
Nella richiesta (tradotta anche in russo per fare in modo che possa arrivare con maggiore facilità al governo di Mosca) si chiede ai soldati di liberare gli animali dalle gabbie e far sì che la direttrice stessa del canile, insieme ai volontari, possano soccorrere cani e gatti in fin di vita. In prima linea per cercare di affrontare la questione c'è anche l'avvocato della Lndc, Michele Pezone.
«Questa ennesima azione è in linea con quanto fatto fino ad ora da Lndc Animal Protection per far fronte all’emergenza in corso, una situazione drammatica dove gli animali si ritrovano ad essere vittime, insieme a tutta la popolazione ucraina, di un grave conflitto – dicono da Lndc – L’Associazione ha infatti inviato a Kiev dieci tonnellate di generi di prima necessità (cibo e medicinali salvavita) destinati agli animali del canile gestito dalla dottoressa Mazur ed è disponibile, nel momento in cui fosse possibile portare questi cani e gatti in Italia, ad accoglierli presso le proprie strutture». Lndc Animal Protection ha attivato punti raccolta presso molte delle sue Sedi sparse in Italia per invitare i cittadini a donare generi di prima necessità in aiuto agli animali ucraini.
Quella degli animali coinvolti come vittime nel conflitto è una delle piaghe di questa guerra. La Commissione europea ha messo a disposizione mezzo miliardo di euro per l’assistenza dei rifugiati ucraini. Ma quanto sarà poi realmente messo a disposizione degli animali che si trovano, loro malgrado, nel mezzo di una folle guerra dettata dagli uomini? A chiederselo è stata la vicepresidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, Anja Hazekamp, che ha presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione Ue.
Oltre ai canili messi a rischio, ci sono circa 10.000 cavalli che potrebbero morire. Nel frattempo, attivisti e associazioni si stanno muovendo per cercare di aiutare.