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25 Settembre 2023
15:17

Ucciso Oscar, il pesce mascotte del reparto di Pediatria dell’ospedale di Rimini

A trovare l'animale senza vita è stato il personale dell'ospedale, che ha subito avvisato la polizia. È stato preso dall'acqua e sbattuto contro il muro: la Procura di Rimini ha aperto un’inchiesta per uccisione di animali.

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Il reparto di Chirurgia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini ha perso la sua mascotte, e nel modo più atroce: Oscar, uno dei pesci che popolavano l’acquario sistemato in uno dei corridoi, è stato ucciso. Qualcuno lo ha prelevato dall’acqua, lo ha sbattuto contro il muro – come dimostrano le tracce trovate – e poi lo ha rimesso ormai agonizzante nella vasca, dove è poi morto.

A trovare il pesce, un esemplare di Astronotus Ocellatus – noto anche come pesce Oscar, appunto – è stato il personale dell'ospedale, che la mattina del 16 settembre scorso lo ha visto galleggiare privo di vita nell'acquario. Immediatamente sono stati avvisati gli agenti del posto di polizia interno all'ospedale, e l’accaduto è stato segnalato anche alla Procura di Rimini, che adesso ha aperto un’inchiesta per uccisione di animali.

La direzione sanitaria esclude che a uccidere Oscar sia stato uno dei pazienti ricoverati: il pesce era uno dei beniamini del reparto, e con i suoi colori sgargianti e l’indole socievole contribuiva a rendere l’ambiente più allegro e distensivo per i piccoli e per le loro famiglie, oltre che per il personale. Oscar era stato donato qualche mese fa all’ospedale dall’AquarioClub di Cesenatico, ed era subito diventato parte integrante della vita dell'ospedale, con i piccoli pazienti ricoverati che spesso sostavano davanti all’acquario per osservarlo muoversi.

Questi pesci, una specie di ciclide d'acqua dolce originaria dell'America del Sud, sono particolarmente apprezzati per la loro tendenza all’interazione e la loro intelligenza, oltre che per i loro colori: la brutale uccisione di Oscar ha scosso non soltanto i pazienti, ma anche il personale dell’ospedale, che non ha esitato a prendere una dura posizione sull’accaduto condannato il gesto. Chi lo ha compiuto, ora, rischia la reclusione da quattro mesi a due anni, come stabilisce l’articolo 544 bis del Codice penale che disciplina il reato di uccisione di animali.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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