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Un ragazzo di 16 anni è morto a causa dell'attacco di un coccodrillo in Australia. È avvenuto nel Queensland, una regione al nord dell'isola e all'inizio la notizia era circolata a causa della scomparsa del giovane che era in compagnia di un suo amico tredicenne a bordo di un gommone.
I due ragazzi – spiegano i media locali – hanno avuto un'avaria che ha fermato il motore dell'imbarcazione e entrambi si sono tuffati per raggiungere la costa al largo dell'isola di Saibai, nello stretto di Torres, distante 500 metri dal luogo in cui si erano bloccati. Purtroppo, però, a un certo punto il sedicenne è scomparso e l'altro ha allertato la famiglia che si è rivolta alla polizia locale.
«I ragazzi non avevano molte opzioni – ha dichiarato sui media locali il sergente maggiore della polizia del Queensland, Greg Giles – Erano nell'acqua fino alla cintola quando uno di loro è scomparso».
Il corpo è stato ritrovato il giorno dopo tra le mangrovie sull'isola di Saibai. «Le lesioni corrispondono a quelle di un grande coccodrillo, di circa 3 metri e mezzo o più», ha dichiarato Simon Booth del Dipartimento dell'Ambiente, della Scienza e dell'Innovazione del Queensland.
Per un caso simile avvenuto tempo fa in Costa Rica il cui esito era stato simile, ovvero la morte di un ragazzo, su Kodami il professore di zoologia dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, Biagio D'Aniello, aveva spiegato: «Si tratta di animali di dimensioni considerevoli, quindi anche se si trovano in uno stato di apparente tranquillità possono diventare presto molto pericolosi. Il movimento in superficie può stimolare l'attacco, soprattutto se a provocarlo è un altro animale di dimensione analoga a quella delle sue prede abituali. E l'uomo rientra in questo identikit».
