Usarono un cucciolo di volpe come esca per catturare la madre, facendolo morire di stenti. Dopo più di due anni da quell'evento tragico, oggi i due fratelli ritenuti responsabili della morte del cucciolo sono stati condannati.
«Grazie al nostro ufficio legale e assistiti dall’avvocato Melis del foro di Firenze, siamo subito intervenuti nel procedimento contro il cacciatore e suo fratello – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici – per assicurarci che venissero condannati con il massimo della pena per l’ignobile atto compiuto».
La Lav è stata tra le prime associazioni a intervenire per scongiurare la morte della piccola volte, trovata il 24 luglio 2021 a Gaville, una frazione del Comune di Figline e Incisa Valdarno, in Provincia di Firenze. Nonostante l'attivazione della macchina dei soccorsi, per il cucciolo di soli 4 mesi non c'è stato nulla da fare: è morto di stenti nella vana attesa di essere liberato dai suoi aguzzini.
I responsabili sono due fratelli di Figline Valdarno, provincia di Firenze, uno dei quali cacciatore. I due avevano organizzato una vera e propria spedizione punitiva contro una femmina di volpe, da loro ritenuta responsabili di alcune incursioni nel loro pollaio. Allo scopo di catturarla e ucciderla, avevano deciso di rinchiudere uno dei sui cuccioli in una gabbia metallica utilizzandolo come un'esca grazie ai suoi richiami d’aiuto.
Il tranello era però stato scoperto dagli agenti della Polizia di Firenze, che durante un’attività di controllo sull’attività venatoria erano stati attirati proprio dai lamenti del piccolo. Le sofferenze patite dall'animale erano evidenti dalle condizioni in cui era stato trovato dagli agenti che lo hanno liberato: non aveva più denti, distrutti nell’inutile tentativo di uscire dalla gabbia.
Gli autori della trappola e della cattura del cucciolo erano quindi stati denunciati alla procura della Repubblica di Firenze per l’uso di mezzi non consentiti di cattura e per il maltrattamento e la morte della volpe.
Nonostante la crudeltà dimostrata, però, il Gip di Firenze ha accettato la proposta di patteggiamento avanzata da parte dell'imputato, limitando così la pena a soli quattro mesi di reclusione e 1.000 euro di multa a ciascuno dei responsabili.
«Plaudiamo per la condanna dei due responsabili avvenuta in tempi brevi – ha concluso la Lav – e vogliamo che questa sia di monito per tutti coloro che in ambito rurale perseguitano le volpi, solo perché si procurano il cibo loro necessario, chiedendo anche la necessaria revoca della licenza di caccia per chi si macchi di simili crimini. Auspichiamo per ogni delitto in danno agli animali una giustizia rapida, ma anche una riforma della legge sul maltrattamento che preveda pene esemplari e l’impossibilità di ricorrere al patteggiamento».