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26 Luglio 2022
13:58

Ucciso a sassate da un allevatore: così è morto il segugio Pedro

È successo qualche settimana fa sulla Giara di Gesturi, in Sardegna. A brandire il sasso e a colpire il cane alla testa un allevatore di pecore, indispettito per il viavai di cani da caccia vicino al suo ovile.

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Ucciso a sassate tra i prati e gli alberi della Giara di Gesturi, in Sardegna. È morto così Pedro, un segugio che era in una zona adibita anche al pascolo delle pecore. Per la sua morte è stato denunciato il proprietario di un ovile che sorge proprio sulla Giara e che, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, ha ucciso Pedro perché infastidito dal passaggio dei cani da caccia vicino agli animali.

Pedro è morto ormai qualche settimana fa. I Carabinieri sono riusciti a ricostruire l’accaduto grazie anche alla testimonianza del suo umano di riferimento, un cacciatore che frequenta spesso la zona della Giara e che quel giorno, durante una battuta, ha perso di vista il cane. Il cane da caccia era però dotato di collare gps e l’uomo dopo qualche ora di ricerche è arrivato nel punto indicato dal localizzatore, trovando Pedro ormai morto con diverse ferite alla testa.

A pochi metri di distanza, tra la boscaglia, c’era l’uomo che l’ha ucciso: un allevatore di 65 anni che aveva anche provato a nascondere il cadavere prima di essere sorpreso dal cacciatore. Poco dopo sul posto sono arrivati i Carabinieri della stazione di Gesturi che lo hanno bloccato e hanno avviato le indagini per accertare cosa fosse effettivamente accaduto. L’autopsia ha confermato che Pedro era stato ucciso a sassate, a impugnare il sasso l’allevatore, infastidito e frustrato per il continuo passaggio di cani da caccia nei pressi del suo ovile.

L’uomo è stato denunciato per uccisione di animale: rischia una condanna che va da quattro mesi a due anni di reclusione. Lo scorso febbraio un uomo residente in provincia di Imperia, in Liguria, era stato condannato a tre mesi di carcere con il rito abbreviato (e dunque con uno sconto di pena) per avere ucciso a sprangate Rufus, il cane dei vicini, anche lui per questioni di convivenza e, di fatto, territorialità. L'uomo era infatti infastidito dalla presenza di Rufus, residente in una vicina azienda agricola, e dal passaggio del cane nel suo terreno. La condanna aveva suscitato l’indignazione delle associazioni, che da tempo ormai chiedono che le pene per maltrattamento e uccisione di animali siano inasprite e venga previsto dalla legge il reato di animalicidio.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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