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9 Settembre 2024
12:48

Uccisi 130 delfini alle Isole Faroe: non si ferma il massacro della Grind

Oltre 130 delfini sono stati trucidati nella Grindadráp alle Isole Faroe, cuccioli compresi. Come ogni settembre, nell'arcipelago danese parte la mattanza dei cetacei, usanza che viene spacciata come "tradizione"

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A nulla sono valsi gli appelli e le proteste crescenti, né il fatto che si tratti ormai di una pratica inutile, oltre che crudele e sanguinaria: le Isole Faroe non rinunciano alla Grindadráp, o Grind, la caccia a balene e delfini che per gli abitanti di questo arcipelago rappresenta una trazione. Nei giorni scorsi, puntuale come accade ormai da decenni con l’inizio di settembre, la mattanza è iniziata.

Oltre 130 delfini, appartenenti alla specie Lagenorhynchus acutus, sono stati trucidati, cuccioli compresi: «Questa pratica secolare prevede di radunare interi branchi di delfini e balene in baie poco profonde dove vengono uccisi senza pietà – spiegano da Sea Shepherd, ong che da anni si batte per mettere fine alla Grind e che quest’anno, ancora una volta, era presente alle Faroe per documentare l’accaduto – Le urla dei delfini, separati dalle loro famiglie e che si dimenavano per la paura, riempivano l'aria mentre i cuccioli venivano abbattuti insieme alle loro madri. Per anni ci siamo opposti a questa pratica crudele, non solo nei luoghi di uccisione, ma attraverso un instancabile lavoro politico per spingere affinché queste cacce finissero».

La Grind era nata infatti come pratica di sopravvivenza: i faroesi organizzavano questa grande caccia annuale per ottenere la carne che avrebbe sfamato i villaggi nei difficili mesi invernali, ma oggi è evidente che non si tratta più di questo, quanto piuttosto di mantenere una tradizione che nel 2021 aveva scioccato per la sua crudeltà: oltre 1.500 tra delfini e globicefali erano stati massacrati, tanto da spingere le autorità a limitare la caccia, l’anno successivo, a 500 esemplari per cercare di chetare l’opinione pubblica.

La pratica però non si è fermata, e le uccisioni continuano senza alcuna regolamentazione. Anacronistica, oltre che atroce, in un’epoca di grandi sconvolgimenti ecologici ed estinzioni di massa, e il governo danese (tale è l’arcipelago delle Faroe) dovrà prima o poi intervenire in modo concreto.

«Sea Shepherd ha da tempo richiamato l'attenzione sul fatto che queste cacce non sono solo barbare, ma anche ampiamente non regolamentate – sottolinea l’associazione – Non ci sono limiti al numero di delfini o balene che possono essere uccisi e i metodi utilizzati sono indicibilmente crudeli. Interi branchi, dai più vecchi ai più giovani, vengono annientati in una singola battuta di caccia, senza riguardo per l'età o i legami familiari».

«L’uccisione di 130 delfini di oggi è un tragico promemoria che la lotta è tutt'altro che finita – concludono da Sea Sheperd – La sofferenza di questi animali, in particolare dei giovani delfini che sono morti terrorizzati e soli, non può essere giustificata dalla tradizione. Sea Shepherd rimane in prima linea, sia sul campo che nell'arena politica, e continueremo a combattere finché queste uccisioni insensate non avranno fine».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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