Allo stato attuale non ci sono responsabilità umane per la morte di Patrizia La Marca, la donna trovata morta con segni di aggressione del Rottweiler del fratellastro lo scorso 5 aprile a Soldano. La procura di Imperia aveva aperto un "modello 45", cioè un fascicolo senza ipotesi di reato o indagati, per accertare le cause del decesso ma finora non è emersa alcuna responsabilità.
A dirlo a Kodami è il procuratore capo di Imperia Alberto Lari. «Dalle prime informazioni riferite dal medico legale, che ha eseguito l'autopsia, non è emerso nulla di rilevante dal punto di vista giudiziario – spiega il magistrato – il corpo era così mal ridotto che era impossibile ipotizzare una qualunque omissione». Gli accertamenti erano stati richiesti per valutare la tempestività dei soccorsi e per la possibile negligenza da parte del pet mate di aver lasciato, in sua assenza, il cane alle cure della donna.
«Al momento è da escludersi ogni colpa sanitaria e non vediamo ipotesi di colpa neanche nella gestione dell'animale che la donna conosceva e da cui era già andata per dargli da mangiare», sottolinea il procuratore. Nel corso dell’esame autoptico, il medico legale ha ricavato il calco della dentatura dell’animale in corrispondenza dei morsi: questo per comprendere se ad attaccare la donna sia stato il solo Rottweiler Ramon o se abbia avuto un ruolo anche l’altro cane presente, una femmina meticcia incrocio tra Pastore tedesco e Rott.
Non essendoci registrazioni di telecamere private di videosorveglianza, la dinamica della tragedia resta ancora da chiarire. Impossibile sapere se i cani vivessero all’interno di una gabbia, trovata nel terreno in prossimità dell’abitazione, o legati alla catena. Nel momento in cui è avvenuta l’aggressione, in ogni caso, gli animali erano liberi. Sembra plausibile che sia stata Patrizia, per poter dar loro da mangiare, ad aprire la gabbia dove forse venivano tenuti in assenza del loro pet mate.
Intanto, nessuno vuole farsi carico del Rottweiler che ha ucciso Patrizia La Marca e della meticcia. Mario Russo, fratello della vittima, ha rinunciato alla proprietà del molosso e dell'altro suo cane, una femmina meticcia. La Asl ha invitato il Comune di Soldano, nell'entroterra di Vallecrosia (Imperia), a occuparsi dell'animale ma la giunta non ha intenzione di prendersene carico e nemmeno il pet mate. Il vicesindaco Antonio Fimmanò ha spiegato che sono già cinque i cani mantenuti nella struttura di Sanremo, e il costo è di mille euro all’anno per animale. Il Comune ha dunque invitato la famiglia Russo ad assumersi l’onere delle spese e del percorso rieducativo del molosso: la normativa prevede che sia affidato a un istruttore che provi a portarne a termine il recupero. La legge, però, consente di rinunciare alla proprietà: Mario Russo infatti ha già dichiarato di rinunciare a entrambi gli animali. Ramon e l'altra cagna restano, al momento, nel canile Pluto's di Sanremo.