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25 Ottobre 2023
16:10

Uccisa da 5 cani a guardia di un gregge, l’esperto: «Mai correre dando le spalle agli animali»

La 27enne Arancha Corcero è stata uccisa dopo essere stata aggredita da un gruppo di cani a guardia di un gregge, mentre si trovava su una strada di campagna non lontano dalla cittadina spagnola di Zamora. L'educatore cinofilo Luca Spennacchio ricorda che in casi analoghi «è bene indietreggiare cercando di mantenere la calma ed evitare di correre dando le spalle ai cani».

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cane Leonese Sheepdog

Una donna è stata uccisa dopo essere stata aggredita da un gruppo di cani a guardia di un gregge. È successo in Spagna, vicino alla cittadina di Zamora, situata al confine con il Portogallo. La vittima era Arancha Corcero, una giovane infermiera di 27 anni che è stata raggiunta da 5 cani mentre camminava da sola lungo la strada che collega i Comuni di Roales del Pan, dove viveva, e La Hiniesta.

Una strada nota per essere frequentata da escursionisti che però lunedì 23 ottobre era deserta, fatta eccezione per la 27enne e i 5 cani. A lanciare l'allarme è stata proprio la vittima mentre si trovava al telefono con la madre, la quale ha subito chiamato aiuto, ma all'arrivo dei soccorsi per Arancha Corcero non c'era più nulla da fare.

Secondo le ricostruzioni diffuse dalle autorità locali e dalla Guardia Civil spagnola sul posto c'erano 5 cani adulti, identificati come tre mastini e due cani da pastore, più due esemplari di pochi mesi. Quattro degli animali avevano il chip identificativo mentre il quinto, di sei mesi, non aveva la documentazione necessaria e non è ancora stato catturato. Gli altri ​​cani invece dopo essere stati recuperati sono stati posti in quarantena sotto la custodia dei veterinari Castilla e León che ora dovranno valutarli e decidere il loro destino.

Anche di questo dovrà rispondere il pastore identificato la sera stessa della tragedia. L'uomo avrebbe lasciato soli i cani e le greggi e per questo è indagato per omicidio colposo, reato che viene ipotizzato quando si causa la morte di una persona in conseguenza di una condotta negligente e superficiale. L'uomo sarebbe già noto alle forze dell'ordine per episodi analoghi avvenuti nel 2016.

L'episodio di Zamora ricorda molto da vicino un altro fatto avvenuto in Italia nel 2021 quando la ventenne Simona Cavallaro è stata uccisa da un gruppo di 13 cani da pastore, la maggior parte Maremmani Abruzzesi. Era il 26 agosto agosto e Simona Cavallaro, insieme a un amico, si trovava nella pineta di Satriano, provincia di Catanzaro. Qui è stata raggiunta prima da un gregge e poi dai cani che l'hanno attaccata, mentre il pastore Pietro Rossomanno era troppo lontano per sentire le sue grida d'aiuto.

L'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennachio, si era recato proprio a Satriano per analizzare e ricostruire quanto avvenuto leggendo la tragedia con l'occhio dell'esperto.

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Oggi, parlando dei fatti di Zamora, mette in luce i comportamenti da tenere nel caso si incontri un gregge in un'area isolata: «Camminando in campagna o montagna può capitare di imbattersi in un gregge di pecore o bovini, solitamente questi animali sono protetti dai cani ma soprattutto in assenza del pastore è bene tenerci lontano dal gregge – spiega Spennacchio – ed evitare il contatto con gli animali. I cani infatti sono lì proprio per evitare pericoli per il gregge, e le persone possono essere percepite come tali. Gli incidenti sono rari, ma quando si verificano sappiamo bene che sono quasi sempre molto gravi».

La pastorizia richiede da sempre l’ausilio di cani guardiani, indispensabili per condurre un gregge e, soprattutto, per difenderlo dalle minacce. Ci sono diverse cose che possono fare sentire in pericolo gli individui di un gregge, per esempio i predatori e i cani sono chiamati a sorvegliare, a prendere delle decisioni e intervenire. «Nel momento in cui i cani sono già partiti all'attacco c'è poco da fare – aggiunge l'esperto – Una cosa che si può fare nel momento in cui ci rendiamo conto di aver superato la linea di demarcazione del territorio dei cani è indietreggiare cercando di mantenere la calma, e soprattutto evitare di correre dando le spalle ai cani perché questo potrebbe innescare la motivazione predatoria».

* La foto in copertina è esemplificativa e rappresenta una delle razze di cane da pastore più comuni nella zona in cui è avvenuta la tragedia

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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