Ha ucciso il cane della moglie, un Cocker, a coltellate. E poi ha gettato il corpo in un cassonetto. Il fatto è avvenuto a Pesaro, lo scorso novembre. La pet mate del cane, assente al momento del delitto, una volta rientrata in casa e scoperto quanto accaduto, ha chiamato le Forze dell’ordine e il 118.
L’uomo, in condizioni psichiche difficili, era stato portato in ospedale dove era poi stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio e denunciato per l’uccisione del cane in base all'articolo 544 bis del Codice penale (“Uccisione di animali”) che stabilisce che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni".
Al momento il procedimento penale è ancora in fase di indagini preliminari: nell'udienza che si è svolta martedì 16 gennaio è stata richiesta e accordata la perizia psichiatrica dell'indagato, così da accertare le sue condizioni psicofisiche. L’esame del perito è stato fissato per il prossimo 11 giugno. Solo dopo si potrà comprendere come evolverà la fase processuale e sciogliere i dubbi sull'imputabilità dell'uomo. Gli avvocati che assistono la pet mate del cocker spiegano a Kodami che «dovrà essere valutata anche l'eventuale pericolosità sociale dell'indagato, in considerazione dell'efferatezza con cui ha ucciso il cane».
Annega il gatto del vicino e viene denunciato. Ma cosa rischia davvero?
L’uomo ha infatti una storia clinica alle spalle segnata da disturbi psichici con diversi ricoveri precedenti al fatto. A difendere la donna è l’avvocata Anna Bartoli, del Foro di Pesaro, mentre il collega Alfredo Torsani ha partecipato all’udienza in qualità di sostituto processuale. A difendere l'uomo è l'avvocata Liana Pesaresi.
Quello del cocker ucciso a Pesaro, purtroppo, non è un caso isolato. Arrivano da tutta Italia notizie di brutali maltrattamenti e, addirittura, uccisioni di animali indifesi. Compiuti talvolta proprio dai loro umani di riferimento.
Come accaduto ad Aron, il cane morto dopo essere stato legato a un palo e dato alle fiamme. Per questo le associazioni animaliste, supportate anche da molti cittadini, chiedono da tempo pene più severe per chi maltratta o uccide animali.
La richiesta è stata ribadita anche in occasione della manifestazione che si è svolta domenica 14 dicembre a Milano, in ricordo del cane Aron e del gatto Leone, scuoiato vivo ad Angri.