Prima aizza il suo cane contro una gatta indifesa e poi la finisce a calci. È la scena agghiacciante ripresa dalle telecamere di video-sorveglianza a Pollione, in Provincia di Biella. Proprio i filmati hanno permesso di individuare l'uomo responsabile di un atto così crudele e denunciarlo per uccisione di animale ai sensi dell'articolo 544-bis del Codice Penale.
Probabilmente si è trattato di una vendetta contro la famiglia da parte dell'uomo che ha sfruttato il suo cane come "un'arma" contro la gattina indifesa, con gravi ripercussioni sia sulla vittima che sul cane stesso, indicato come un Pitbull.
A sporgere denuncia sono stati i Carabinieri insieme alla LNDC Animal Protection, tra le maggiori associazioni nazionali per la difesa degli animali, che ha fatto sapere che si costituirà parte civile al Processo. Il procedimento tuttavia potrebbe non avere l'esito auspicato dagli attivisti. Attraverso la presidente Piera Rosati la LNDC ha denunciato il paradosso della normativa attualmente in vigore per la repressione dei reati contro gli animali.
Nel caso dell'uccisione infatti è prevista la reclusione da 4 mesi a 2 anni, una pena che nell'eventualità di una condanna potrebbe non essere mai eseguita. Anche coloro che commettono gravi reati a danno degli animali non finiscono mai in carcere. Il motivo motivo è da ricercarsi soprattutto nelle pene troppo blande.
«È sempre più urgente arrivare all’approvazione della proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento per l’inasprimento delle pene per questi reati», ha dichiarato Rosati inviando un appello ai parlamentari che proprio in queste settimane sono impegnati con la proposta di legge n. 30.
I pareri del Governo stentano ad arrivare e ieri la discussione alla Camera è slittata ancora fino alla metà di aprile. In quasi un anno di permanenza del testo in Commissione Giustizia non sono stati fatti significativi passi avanti, nonostante l'appoggio trasversale dei partiti, ad eccezione della Lega, i cui deputati hanno da subito opposto un muro.
Allo stato attuale, nessuna pena aspetta l'uomo che nel Biellese si è avvicinato alla casa della gatta e dopo aver cercato di aizzarle contro il suo cane l'ha scaraventata a terra più volte, sferrandole anche decine di calci e lasciandola poi in quelle condizioni, fino al ritorno della sua famiglia.
La reclusione non è una soluzione a un problema che ha risvolti culturali, però potrebbe essere un deterrente contro questo reato che in Italia conta ben 2.676 procedimenti aperti, ai quali si aggiunge un numero indefinito che non è mai stato scoperto e denunciato.