La cronaca, sebbene e per fortuna raramente, ci restituisce notizie drammatiche quando una vita umana viene a mancare a causa del comportamento aggressivo di un cane. Se quest'ultimo, poi, in particolare è un Pitbull, un Amstaff e in generale un soggetto anche meticcio ma appartenente alla categoria dei Terrier di tipo Bull, il dibattito cresce e l'attenzione dei media diventa altissima.
Su Kodami abbiamo diversi contenuti che sono utili a spiegare prima di tutto proprio perché un cane diventa aggressivo, di qualsiasi razza si tratti, e nel particolare abbiamo più volte affrontato la tematica dei Terrier di tipo Bull e dell'importanza della conoscenza per una relazione sana tra l'umano di riferimento e il singolo cane.
In questo articolo è nostra intenzione fornirvi una guida per navigare in maniera approfondita solo su questo argomento, dunque, e nello specifico della conoscenza della razza per arrivare a comprendere che ogni caso di cronaca si porta dietro delle spiegazioni che vanno al di là del banale titolo da clic: "Pitbull uccide una persona".
I terrier di tipo Bull
Iniziamo da loro, ovvero spiegando la tipologia di cani in cui rientra anche la razza Pitbull.
Il Pitbull, le caratteristiche della razza e quello che bisogna sapere di loro
Il Pitbull è un cane dalle mille sfaccettature, che nel corso degli anni ha assunto i ruoli più disparati: da antico combattente è diventato cane da lavoro e poi da compagnia.
Il comportamento aggressivo nei cani e lo stigma su alcune razze come i Pitbull
E vi lasciamo con un video che riguarda un episodio di cronaca avvenuto a Manziana, nel Lazio, in cui ha perso la vita un uomo a causa dell'aggressione di tre Rottweiller e nelle immagini a seguire la nostra direttrice, Diana Letizia, spiega perché cani come i Rottweiler, i Pitbull o gli Amstaff, i Dogo Argentini e altre tipologie come questi, ovvero Terrier di tipo Bull e molossoidi, sono percepiti come cattivi, crudeli ma ciò di cui non si parla mai abbastanza è invece che «nel nostro paese si attribuisce sempre all’umano la responsabilità del benessere del comportamento dell’animale ed è un principio sacrosanto ma è ora di attribuirci una responsabilità altra che ci deve essere a monte per togliere ogni “sospetto” sull’umanizzazione del cane nel vederlo – se ci pensate bene – come un oggetto, un banale strumento che a un certo punto si rompe… del resto così come le nostre leggi lo considerano ancora. E questa responsabilità sì che deve essere imposta dall’alto con un’azione che miri alla valutazione degli esseri umani ancora prima che a quella dei cani».