La medusa è un animale invertebrato planctonico, quindi un organismo che si sposta in acqua lasciandosi trasportare per lunghe distanze dalla corrente del mare. Si tratta di un animale presente nei nostri mari da 500, o forse addirittura 700 milioni di anni, e che si presenta in una vasta varietà di forme e dimensioni.
Tutte le meduse appartengono al gruppo tassonomico degli cnidari e condividono tra loro il fatto di non avere né un cuore né un cervello e di essere composte al 98% di acqua. Il corpo delle meduse può ricordare la forma di un fungo, essendo costituito da una parte superiore chiamata esombrella e da una parte inferiore detta subombrella. All'interno della subombrella si trova la bocca, che funge anche da ano, ed è proprio da questa zona che partono anche i tentacoli urticanti.
Perché le meduse "pungono"?
È errato credere che le meduse pungano o mordano: a essere urticanti sono i loro tentacoli che, anche a seguito di un leggero contatto, attivano le minuscole cellule di cui sono rivestiti, ovvero gli cnidociti. All'interno di queste cellule sono presenti delle capsule contenenti un filamento sottilissimo, che inietta un liquido urticante.
Quando i tentacoli della medusa sfiorano una preda, o una persona che sta facendo il bagno, queste cellule si attivano e i filamenti vengono proiettati molto rapidamente, più velocemente di un battito di ciglia. È importante notare che questo meccanismo non è casuale: rappresenta una difesa contro i predatori e un metodo per catturare prede, come organismi planctonici o piccoli pesci.
Come si riproducono le meduse
Le meduse, così come siamo abituati a immaginarcele, rappresentano solo la fase sessuale del ciclo biologico di molti cnidari. Per fase sessuale si intende quel periodo in cui le femmine rilasciano le uova nel mare e i maschi liberano gli spermatozoi che le fecondano.
La fecondazione, dunque, avviene in mare aperto e, quando l'uovo e lo spermatozoo si incontrano, nasce la planula, ovvero una larva che si fissa sul fondale marino e assume la forma di un polipo. Il polipo è simile a una medusa capovolta, poiché presenta una corona di tentacoli rivolti verso l'alto. Il polipo resta ancorato al fondale e si riproduce asessualmente, quindi senza l'intervento di un altro individuo: si divide in pezzi formando delle efire, giovani meduse destinate a diventare adulte.
Le meduse possono rigenerarsi
Le meduse possiedono anche la straordinaria capacità di rigenerarsi, poiché dispongono di cellule simili a quelle staminali che, in caso di danno, si moltiplicano formando un blastema, ovvero un gruppo di cellule che dà origine a una nuova parte di organo, rimpiazzando completamente le parti mancanti. Un esperimento condotto su una medusa delle dimensioni di un'unghia del mignolo, Cladonema pacificum, ha dimostrato che, in soli tre giorni, essa è in grado di rigenerare un intero tentacolo.
Queste capacità rigenerative variano tra le diverse specie di medusa. Vi è persino una specie nota come medusa "immortale", Turritopsis nutricula, capace, dopo aver raggiunto la maturità sessuale, di ritornare alla fase precedente attraverso un processo che può teoricamente ripetersi all'infinito.
Quando ci sono le meduse il mare è pulito?
Avvistare delle meduse in mare non è sinonimo di una buona qualità delle acque. In realtà, esistono tre motivi principali per cui le meduse si avvicinano sempre di più alla riva e in tutti e tre i casi vi è l'influenza dell'uomo:
- Pesca industriale: a causa della pesca industriale, molti pesci stanno scomparendo dal mare e, poiché le meduse e i pesci si nutrono degli stessi microrganismi, le prime sono libere di avvicinarsi alla riva e di riprodursi in gran numero vista l'assenza di competitor
- Riscaldamento globale: l'aumento della temperatura dei mari, causato dal riscaldamento globale, favorisce l'accoppiamento delle meduse, contribuendo al loro proliferare
- Cementificazione dei litorali: l'inserimento dei frangiflutti nei nostri mari, ad esempio, favorisce la riproduzione di polipi, i quali considerano tali strutture come il loro habitat ideale
Cosa fare (e non fare) dopo una puntura di medusa
Essendo degli animali invertebrati planctonici, le meduse non possono avvicinarsi a noi in modo volontario: piuttosto, siamo noi a invadere il loro habitat, entrando nel loro territorio. Qualora si dovesse entrare in contatto con i suoi tentacoli urticanti, è bene conoscere quali sono i comportamenti più giusti da adottare.
Il contatto con la pelle provoca una reazione infiammatoria con sintomi quali eritemi, gonfiore, bolle e bruciore. È importante evitare i rimedi casalinghi come urina, aceto, ammoniaca, sostanze calde o limone, poiché peggiorerebbero solo la situazione.
Ecco come bisognerebbe intervenire:
- Rimanere calmi: non farsi prendere dal panico e uscire dal mare lentamente per evitare ulteriori contatti con la medusa
- Sciacquare con acqua di mare: subito dopo l'uscita dall'acqua, sciacquare la zona colpita con acqua di mare, evitando assolutamente l'acqua dolce, che potrebbe peggiorare la situazione
- Rimuovere i tentacoli: utilizzare una tessera di plastica, come un bancomat, per eliminare eventuali parti di tentacoli rimaste attaccate alla pelle
- Consultare un medico in caso di sintomi gravi: se compaiono sintomi gravi come reazioni cutanee diffuse, difficoltà respiratorie, nausea o altri segni di shock anafilattico, recarsi immediatamente al pronto soccorso o chiamare un'ambulanza
Nei giorni successivi, è consigliabile non esporre al sole la zona colpita e non grattarsi, anche se il prurito è intenso. Infine, è fondamentale sapere che le meduse non devono essere rimosse dall'acqua, poiché ciò causerebbe la loro disidratazione.