Tutti i cani salvati dal allevamento lager di Casaluce sono stati tutti adottati. Lo fa sapere il Partito Animalista Italiano (PAI) che nei mesi scorsi ha portato all'attenzione dei media e della Giustizia la situazione della struttura in provincia di Caserta.
Dopo essere entrato nel allevamento lager di Casaluce, il referente locale del PAI Carmine Munno ha denunciato gli orrori visti all'interno: «C'erano cani evidentemente malati rinchiusi dentro gabbiette per conigli, Golden Retriever pieni di escrementi, e Volpini di Pomerania senza peli e in gabbie per uccelli». Da quel momento l'avvocato del partito, Cristiano Ceriello, ha iniziato il pressing nei confronti della Procura di Napoli Nord, affinché desse il via libera al sequestro della struttura e degli animali da parte dei Carabinieri.
L'operazione si è svolta alla fine il 20 ottobre, anche grazie all'interessamento del vicepresidente della Camera Sergio Costa, che a Kodami aveva dichiarato: «In Italia ci sono ancora troppi casi come quello denunciato del Pai. Non è accettabile per un Pese civile. La tutela degli animali è elemento di progresso e di cultura. Sto seguendo il caso per ottenere giustizia».
Al loro ingresso, i Carabinieri hanno trovato una situazione di totale degrado, con cani denutriti e anche cuccioli morti. La struttura secondo il censimento fatto sul posto dall'Asl ospitava circa 370 cani, tra cui anche diversi cuccioli appena nati. Tutti i cani, pur essendo in gran parte provvisti di microchip, erano in condizioni di salute molto precarie, ammassati in box in cui i piccoli erano stipati insieme talvolta con una madre diversa dalla propria.
La situazione ha portato i Carabinieri a denunciare il proprietario dell'allevamento, Saverio Marino, per maltrattamento di animali, mentre la struttura è stata oggetto di un sequestro preventivo, così come i cani. Immediatamente è stato nominato come custode giudiziario proprio Munno, che è anche referente dell'associazione Stop Animal Crimes. In seguito nella gestione delle adozioni e degli affidi dei cani è subentrata anche la Procura, con un atto molto raro.
«I cani sono stati considerati “dei beni mobili deperibili” – ha spiegato Ceriello – e pertanto pur essendo in fase di indagini sono state autorizzate le loro adozioni, previo versamento cauzionale di un contributo da 5 a 50 euro, nel malaugurato, ma improbabilissimo caso, il proprietario della struttura lager fosse un domani assolto».
I cani, infatti, per l'ordinamento italiano sono a tutti gli effetti degli oggetti, e come tale possono essere venduti, comprati, e anche sequestrati. Nei casi normali, i cani sequestrati possono solo essere affidati a famiglie o associazioni in attesa della fine del processo. La Procura per i cani di Casaluce ha ritenuto fosse meglio facilitare lo spostamento degli animali dalla struttura di Casaluce alle nuove famiglie.
Si tratta di un precedente importante, che apre alla possibilità di non aspettare più l'esito di un processo spesso lungo troppo lungo per poter dare una nuova vita ad animali innocenti vittime di abusi e maltrattamento «Questo precedente – hanno sottolineato dal PAI – apre la strada alle adozioni da strutture sequestrate, canili lager, allevamenti dell'orrore nell'interesse degli animali, dando loro una nuova vita. Insomma una vittoria per tutti».
«La maggioranza dei cani sono stati adottati da privati, spesso del Centro-Nord Italia anche attraverso il tramite delle associazioni di tutela animali – spiega Ceriello a Kodami – Il Cites ci ha supportato in tutte queste fasi». Caso particolare sono stati i cuccioli appena nati da femmine salvate mentre erano gravide, i piccoli infatti sono stati spostati in un'altra struttura alla Orta di Atella, in provincia di Caserta.
A Casaluce di assordante prima c'erano i guaiti dei cani in prigione, da oggi di assordante c'è solo il silenzio delle gabbie vuote di un canile che, una volta, era lager.