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17 Settembre 2023
10:34

Tutti gli animali di Fernando Botero, omaggio all’artista sensibile e attento alla convivenza

Il 15 settembre scorso è morto Fernando Botero, uno degli artisti più influenti dello scorso e dell'attuale secolo. Nato a Medellin in Colombia, questo pittore e scultore ha inserito varie volte degli animali nelle sue opere, cercando di donargli un senso artistico che travalicava la semplicità delle loro forme.

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Fernando Botero è morto il 15 settembre 2023 nel Principato di Monaco, all'età di 91 anni. L'artista è stato probabilmente uno dei più grandi esponenti della seconda metà del Novecento e uno dei volti più illustri della cultura latino americana, equiparato da alcuni critici della storia dell'arte per importanza a Diego Rivera e Fridha Kahlo. Negli ultimi sessant'anni ha influenzato positivamente gran parte delle correnti artistiche e letterarie non solo del suo paese d'origine, la Colombia, ma anche della restante parte del mondo.

Nato a Medellin nel 1932 Botero è stato uno dei più grandi innovatori nella pittura e nella scultura del panorama internazionale, sdoganando una rappresentazione dei corpi «esagerata e al contempo realistica», come amava definirla, dove la pienezza e la morbidità delle forme non erano mai viste in senso dispregiativo ma, anzi, come sinonimo di abbondanza, bellezza e ricchezza.  

Nel suo lungo lavoro di pittore, Botero però non si è limitato solo a rappresentare figure umane o a descrivere alcuni importanti momenti storici del suo paese, come la morte del narcotrafficante Pablo Escobar, a cui dedicò uno dei suoi quadri più cupi e politici. Egli infatti spesso ha deciso di inserire e realizzare all'interno delle sue opere anche molti animali, che hanno un importante senso simbolico all'interno della sua produzione artistica.

Su Kodami vogliamo dunque ricordare la morte dell'artista colombiano, molto legato anche all'Italia e ai principi cardine dell'ambientalismo, descrivendo alcuni animali che hanno fatto parte delle sue opere, tratteggiati ovviamente con il suo ineguagliabile stile.

Il gatto di Botero

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All'interno della produzione artistica di Botero, il gatto ha avuto sicuramente un ruolo principale. Oltre infatti a essere stato rappresentato in molteplici quadri, tra cui molti in cui l'artista ha descritto il suo personale concetto di famiglia dove gli animali domestici hanno una relativa importanza. Il nostro fidato felino è stato infatti scelto come protagonista di molte opere, tra cui la più importante è sicuramente la statua che è stata donata al comune di Barcellona nel 1987.

Nominata dall'artista semplicemente come "El gato", il gatto di Botero nel corso degli anni ha cambiato varie posizione all'interno della città ma oggi si può trovare sulla Rambla Raval 14, all'interno del quartiere latino che ospita molti cittadini spagnoli con la doppia cittadinanza e vari immigrati colombiani e messicani.

L'opera in origine era postata su una pedana di marmo ma dopo essere stata definitivamente spostata nel 2003 dalla Piazza Drassanes alla nuova location è stata tolta per permettere a tutti di avvicinarsi al gatto e poter scattare delle foto. Un po' come è successo per il Toro di Wall Street a New York.

La scultura è alta circa 2 metri e mezzo e lunga 5 metri, comprendendo la coda ed è completamente di bronzo come molte altre sculture dell'artista colombiano.

Ciò che lo rende probabilmente molto particolare è la sua espressione umanoide e sorniona, dovuta dal naso non propriamente felino e dal sorriso che può riportare alla mente il Gatto del Cheshire di "Alice nel Paese delle Meraviglie". All'inizio molto criticata dai cittadini di Barcellona, nel tempo questa statua ne è divenuta addirittura un simbolo, tanto che moltissimi turisti si danno appuntamento al fianco della statua proprio per visitare il quartiere latino o per raggiungere le strade del centro.

Secondo i critici, l'espressione gioviale di questo gatto è un inno a godersi le gioie della vita ed esprime appieno la filosofia di Botero, in cui anche le altre creature possono insegnare all'uomo come affrontare la quotidianità.

I cavalli di Botero

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I cavalli per Botero sono stati molto importanti tanto che sono presenti in moltissime sue opere, pittoriche e non. Per esempio, a Firenze è presente la più grande statua di cavallo mai realizzata da Botero –  il cosiddetto “Cavallo con briglie” – che è esposto nella piazza centrale di Pietrasanta ed è alto più di 3 m. Questi animali sono stati inseriti soprattutto in molti quadri che spesso hanno come tematica il circo e la vita nella fattoria, due degli argomenti più apprezzati dall'artista di Medellin.

Nella serie pittorica "El Circo" del 2007, Botero ha infatti dipinto i cavalli mentre svolgevano diversi giochi circensi insieme ai loro addestratori, immaginati però privi di frustini o bastoni. Questa peculiarità "irrealistica" deriva dal fatto che per Botero il rapporto umano-animale deve essere egualitario, tanto che ad effettuare la prestazione artistica non sono solo gli atleti e gli esseri umani ma anche i cavalli stessi che vengono rappresentanti dinamicamente, intenti ad effettuare balzi, corse e vari movimenti armonici.

Inoltre, per quanto morfologicamente robusti, i personaggi e gli animali dei suoi quadri non sono mai appesantiti: una caratteristica che li rende leggiadri e dinamici nel contesto della scena. Questo lo si può vedere proprio nei cavalli della sua serie sul circo, dove l'atleticità di questi animali trasmette la piena condivisione d'intenti e nei movimenti della coppia cavallo-cavaliere.

Bisogna anche sottolineare che Botero, quando presentò questa serie di dipinti all'interno delle mostre d'arte, si spese tantissimo per accompagnarli con altri quadri, relativi alla collezione di “Abu Grahib”, ispirata alla violenza espressa nelle carceri. Secondo alcuni critici questa scelta si legò ad una sottile critica nei confronti dell'attuale mondo circense che a differenza del suo circo ideale presentava molte criticità sulla gestione degli animali.

Questo tema è possibile trovarlo anche in altri quadri della serie "El Circo", dove animali come tigri ed elefanti vengono rappresentanti come se fossero stati appena maltrattati da addestratori pigri e infelici, incapaci persino di effettuare uno qualsiasi dei classici esercizi circensi a corpo libero.

Gli uccelli di Botero

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Per Botero gli uccelli sono sempre stati sinonimo di gioia e libertà, visto che fra tutti gli animali sono quelli che hanno maggiori possibilità di esplorazione del mondo, tramite il volo, e che cantano più spesso. Per questa ragione quindi ha prodotto numerose statue raffiguranti questi animali che tra l'altro hanno fatto parte anche di uno dei momenti più traumatici della sua intera esistenza.

Una delle statue più famose di Botero era infatti "l'Uccello della Pace" o Pajaro de Paz" che aveva donato al Comune della sua città natale, Medellin. La prima versione di questa statua però fece una bruttissima fine, visto che nel 1995 alcuni guerriglieri impegnati nella guerra contro il clan di Pablo Escobar, ucciso nel 1992, la fecero esplodere in un attentato effettuato per persuadere la politica locale ad attenuare le pene per i narcotrafficanti e i terroristi.

Botero, invece di sostituire o riparare la statua, decise così d'intervenire subito e di crearne una copia identica da collocare accanto all’originale. L'artista infatti voleva sottolineare il concetto che nessuna idea di libertà sarebbe potuta essere rimossa dalla paura instaurata dalla guerra fra narcotrafficanti.

Per questa ragione, Botero fu in seguito più volte minacciato di morte e molti clan della sua città natale gli dichiarano guerra e per un certo periodo non poté più girare tranquillamente per Medellin, almeno finché il governo centrale e l'esercito non riuscirono a sgominare diversi capoclan che si erano spartiti il traffico di droga e di seguito alla morte di Escobar.

Tuttavia da allora Botero, proprio per il suo coraggio e per aver difeso gli ideali della libertà, ha cominciato a ricevere molteplici richieste di copie degli "Uccelli della Pace", da diverse città sparse per il mondo. Fra i più importanti ci sono quelli presenti a Singapore, dove è stato realizzato anche il "Botero Museum".

Il cane per Botero

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Concludiamo questo breve excursus sull'arte di Botero presentando i diversi quadri in cui ha descritto il nostro rapporto con i cani.

Come abbiamo visto, per Botero gli animali domestici e da fattoria sono molto importanti per il benessere quotidiano e familiare di una persona, tanto che spesso i volti dei cani e degli esseri umani si somigliano, in modo tale da chiarire lo stretto rapporto emotivo che esiste fra queste specie.

Botero inoltre si è divertito a dipingere diverse razze di cani, nel corso degli anni, dai Barboncini ai Boxer, dai cani pastore agli Alani. Tra l'altro, a secondo delle condizioni economiche e sociali delle famiglie che ha rappresentato su tela, Botero ha avuto l'accortezza di scegliere le varietà più comprate dai diversi ceti che costituiscono la società colombiana, così da raccontare anche una storia e fare una critica velata attraverso la raffigurazione stessa dei personaggi.

La statua di un "Perro" è stata anche posta all'interno della piazza Botero a Medellin, grazie all'impegno del governo colombiano, che si è speso negli anni tantissimo per celebrare l'attività di uno dei figli più illustri del paese.

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Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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