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11 Marzo 2023
16:00

Turista in vacanza e trova ben tre specie ritenute estinte in Papua Nuova Guinea

Nel corso di due viaggi, un turista inglese amante dell'esplorazione ha trovato in Papua Nuova Guinea alcune specie ritenute estinte dagli anni Venti del Novecento.

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Michael Smith, un botanico dilettante di 51 anni che vive nel Regno Unito, si trovava in Papua Nuova Guinea come turista, quando è divenuto il protagonista di una storia davvero degna di nota: ha fotografato e riscoperte tre specie animali ritenute ormai estinte. «Ero lì per puro divertimento – ha dichiarato agli scienziati, quando ha raccontato alle autorità la sua storia – Non ero nella foresta convinto davvero di trovare nuove o vecchie specie ritenute estinte».

Sono ben due le specie fotografate accidentalmente da Smith nel corso del 2022, raffiguranti delle specie che erano considerate perdute da parte della scienza. Di preciso trattasi di un uccello (Erythropitta meeki) e di un opossum (Phalanger matanim) così rari che già 100 anni fa erano ritenuti scomparsi in gran parte dell'isola. Inoltre Smith, a contorno di questi ritrovamenti eccezionali, avrebbe diffuso le fotografie scattate cinque anni fa in un altro viaggio in Papua Nuova Guinea, raffiguranti il canguro arboricolo di Wondiwoi (Dendrolagus mayri), a rischio elevato di estinzione, visto che la sua popolazione conta appena 40 individui e non era stata direttamente osservata da alcuni anni.

Come è stato però possibile l'aver accumulato così tanti successi, quando da decenni truppe di fotografi, zoologi e naturalisti hanno fallito nell'intento di osservare queste specie? Smith non sa darsi una risposta, ma ha dichiarato che dopo aver sentito una storia su un incontro fortuito di un altro turista con un Erythropitta meeki, avvistato ufficialmente l'ultima volta nel 1916, giunto sull’isola l'anno scorso si è avventurato nella giungla, avendo con sé solo una registrazione di richiamo che proveniva da una specie affine. Più per gioco che per altro. Anche perché l'unica cosa che poteva accomunarlo ad uno zoologo era la divisa. «Non credevo in verità di trovare la specie, ma in quel momento era davvero difficile immaginare di riuscire a vedere qualcosa» ha dichiarato.

Quando con sua sorpresa, inoltrandosi chilometri all'interno della foresta tropicale, con il sole e la pioggia improvvisa tipica di queste aree, ha acceso casualmente il cellulare decidendo di far risuonare il richiamo, è stato difatti il primo a stupirsi quando questo si è rivelato perfettamente funzionate. Infatti ha ricevuto risposta da parte dell'Erythropitta meeki ritenuto estinto solo dopo una manciata di minuti.

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La coppia di Erythropitta meeki osservata da Smith

«Sembra un pettirosso dai colori vivaci con un piumaggio elettrico abbagliante – ha affermato il turista inglese, intervistato dai giornalisti. – Non ero neppure sicuro che fosse lui, anche perché è  stato molto difficile da rintracciare e rilevare, nel folto della boscaglia». E la qualità dell'immagine, purtroppo sfocata, che ha diffuso ne è la conferma.

Il lavoro però più gravoso l'ha dovuto affrontare solo dopo, quando ha deciso di scalare le montagne della zona occidentale della Papua Nuova Guinea, svolgendo lo stesso pellegrinaggio naturalistico che fanno diversi turisti innamorati delle terre selvagge, giunti una volta sull'isola. Ovviamente non ci dobbiamo immaginare tale scalate sulle montagne papuane come quelle che sono entrate nell'immaginario collettivo grazie ai film. In Papua Nuova Guinea infatti le montagne sono indistinguibili dalla foresta, essendo infatti completamente ricoperte dalle fronde degli alberi.

«Ho dovuto salire e scendere per 1.000 metri attraverso foreste di montagna insidiose, scivolose e coperte di muschio» ha dichiarato Smith, descrivendo quello che a tutti gli effetti non è equiparabile al concetto di vacanza che possiedono la maggior parte delle persone. È solo però grazie a queste scalate se all'improvviso si è trovato faccia a faccia con l'opossum Phalanger matanim, che lo ha accolto con i suoi enormi occhi marroni un poco titubanti, mentre si affrettava ad uscire la macchina fotografica dallo zaino.

Di certo il P. matanim però non era l'unico abitante di queste foreste a risultare sorpreso dalla sua presenza, ha commentato. Lungo il sentiero che lo ha condotto infatti al luogo in cui ha scattato l'immagine dell'opossum, Smith ha incontrato una tribù che è rimasta molto destabilizzata dal colore delle sua pelle. È infatti molto importante ricordare che in Papua Nuova Guinea ci sono ancora moltissime tribù indigene che non hanno mai effettuato un primo contatto con la popolazione umana esterna.

«Avevano uno strano culto e credevano che tutti i bianchi di cui avevano sentito parlare fossero dei fantasmi e mi identificavano come non morto – ha aggiunto Smith, una volta giunto in Europa. – Insieme alla mia guida, siamo andati anche in villaggi molto vicini alla strada e lì abbiamo scoperto che una famiglia locale aveva l'abitudine di mangiare dei couscous (Spilocuscus maculatus) e che stavano per mangiarne degli esemplari. Ho avuto così modo di esaminarne i corpi e una volta che li hanno mangiati, ho potuto fotografare i loro teschi e prendere le misure».

Vale la pena sottolineare che lo studio della biodiversità è solo un nuovo hobby per Smith, sviluppato nel corso della pandemia, visto che lavora a tempo pieno come capo della ricerca e analisi per un'agenzia di comunicazioni mediche.

A rendere omaggio al "lavoro" svolto da Smith, lo zoologo e ambientalista della Zoological Society of London, Rikki Gumbs, avrebbe tra l'altro dichiarato che è solo grazie alla passione di persone simili se oggi la ricerca può raggiungere ogni angolo del pianeta, con un esercito di appassionati che risultano essere molto più competenti e fortunati degli stessi tecnici da cui ci si aspetterebbero tali avvistamenti. «Segnalazioni come quelle effettuate da Michael Smith su specie poco conosciute sono vitali per gli sforzi di conservazione» conclude.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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