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17 Agosto 2024
18:00

Tu e il tuo cane provate davvero le stesse emozioni: il motivo è l’osmosi emozionale

Cani e umani ha stabilito un rapporto unico sul nostro Pianeta, attraverso una coevoluzione reciproco e grazia anche alla capacità di sintonizzarsi sulle stesse frequenze emotive attraverso l'osmosi emozionale.

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Quello che senti il tuo cane lo percepisce e vale anche il viceversa. Perché c’è una definizione che racchiude in due parole ciò che incredibilmente accade tra due specie così diverse e allo stesso tempo così simili perché si sono co evolute: “osmosi emozionale”.

Tra cane e umano, infatti, si crea un rapporto unico sul nostro Pianeta dettato da una lunga convivenza che ha fatto sì che questi animali abbiano imparato a comprenderci profondamente. E anche da parte nostra vi è un’ancestrale spinta verso di loro che ci porta a empatizzare e – sebbene non lo facciano tutti, purtroppo – a volerli comprendere fino in fondo.

Per capire cosa si intenda per “osmosi emozionale” dobbiamo pensare a un vero e proprio contagio emotivo: ciò che provo si espande e viene assorbito dal mio cane, animale che ha nel suo DNA una forte connotazione sociale e la capacità di provare empatia. Il contagio emotivo, dunque, non deve essere pensato solo come qualcosa che comporta esperienze positive, ma i cani percepiscono anche le nostre emozioni e i nostri sentimenti negativi.

Come fanno i cani a capire le nostre emozioni?

Diversi studi hanno accertato che i cani comprendono le nostre emozioni. Una ricerca intitolata “I cani riconoscono le emozioni canine e umane” dell’Università di Londra, ad esempio, ha dimostrato che Fido riesce a entrare in osmosi emozionale con il suo umano di riferimento e quando percepisce tristezza tende naturalmente a voler dare conforto e supporto.

Un altro studio dell’aprile 2023  ha invece messo in luce che “il miglior amico dell’uomo” è in grado proprio di annusare le nostre emozioni e ciò accade perché quando proviamo stress o dolore il nostro organismo produce determinati odori che un cane, grazie al suo potente olfatto, riesce a discriminare. La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori guidati da  Biagio D'Aniello, professore di zoologia dell'Università degli Studi Federico II di Napoli e pubblicata su Animal Cognition. 

Questi che abbiamo citato sono solo alcuni dei risultati a cui la scienza è arrivata per dimostrare ciò che empiricamente tanti umani che vivono con un cane già sanno. Del resto, uno dei fattori determinanti di questo contagio emotivo, è da trovare nel percorso di evoluzione che cane e uomo hanno decisamente fatto insieme da millenni (30-40 mila anni fa) e che ha portato a una stretta convivenza in cui le due specie si sono legate indissolubilmente.

L’osmosi emozionale tra uomo e cane

Proprio quest’ultima, dunque, è la chiave per comprendere fino in fondo come si è sviluppata questa trasmissione che va al di là di una comunicazione che necessariamente tra le due specie è diversa.

Esseri umani e cani, quindi, hanno trovato attraverso la convivenza una via altra per comprendersi l’un l’altro e comprendere quello che chiamiamo “stato d’animo”.

Ciò, però, non significa che avvenga qualcosa di “incredibile” o di natura puramente istintuale, ma c’è anche una parte che gioca un ruolo importante ovvero il mondo della cognizione canina che consente a Fido di elaborare il messaggio e interpretarlo. L’esempio dello studio sull’ “odore delle emozioni” non porta infatti a considerare l’animale come dotato solo della capacità di annusare ma appunto di comprendere il significato di quell’odore.

Lato umano, noi abbiamo sviluppato nei confronti dei cani un legame altamente profondo che ha radici nell’inizio della domesticazione. C’è una teoria che, ad esempio e per citarne una diversa dalla solita storia del lupo più docile che si avvicina all’accampamento, attribuisce alle donne un ruolo fondamentale.

La riportiamo perché punta proprio sul concetto di osmosi emozionale in questo caso da parte dell’essere umano. Secondo uno studio infatti di un team di antropologi della Washington State University, le donne avrebbero influenzato la nascita del rapporto di convivenza tra cani e umani.

«Abbiamo scoperto che gli esseri umani erano più propensi a considerare i cani come individui se intrattenevano un rapporto speciale con le donne: in questi casi era più facile che venissero inclusi nella vita familiare», hanno sottolineato nello studio.

In un articolo su Kodami in cui abbiamo parlato specificamente di questo studio, il perché lo ha spiegato Elena Garoni, veterinaria esperta in comportamento: «I cani sono come dei bambini e visto che c'è questo forte legame materno tra bimbi e donne, venivano inclusi in questi rapporti come se fossero parte di un gruppo allargato della loro famiglia. Quindi possiamo pensare che le donne possano aver avuto un ruolo importante nella domesticazione perché c'era una grande attitudine al prendersi cura».

Una più forte empatia, dunque, che potrebbe proprio rientrare in un’antica forma di prima osmosi emozionale tra i nostri antenati e quelli dei nostri migliori amici.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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