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11 Settembre 2024
14:16

Trump e gli immigrati che mangiano gatti e cani: fake news non solo made in Usa

Le parole di Donald Trump durante il dibattito contro Kamala Harris per la presidenza degli Stati Uniti d'America non sono differenti da quelle circolate anche in Italia: così la destra sfrutta la relazione con gli animali per aumentare la xenofobia.

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Donald Trump sta perdendo sempre più colpi: non riesce a essere innovativo nemmeno tirando fuori dal cilindro una fake news come quella che gli immigrati si mangiano cani e gatti. Questa affermazione, infatti, è un "cavallo di battaglia" decisamente non originale: anche in Italia spesso da parte di personaggi della destra si è sentito affermare cose del genere.

Durante il dibattito televisivo contro la candidata democratica alla presidenza Usa Kamala Harris, il tycoon ha affermato: «A Springfield gli immigrati di Haiti rubano e mangiano gattini, anatre e oche. Stanno mangiando i gatti, gli animali domestici delle persone che vivono lì. Questo sta accadendo nel nostro Paese». A parte il commento della sua avversaria, un sorriso beffardo e un "sei veramente andato oltre" ("you are estreme"), Trump è stato smentito immediatamente durante il dibattito: il conduttore della ABC gli ha fatto infatti subito notare che avevano già contattato il Sindaco della città nello stato dell'Ohio che ha chiaramente detto che mai si sono verificati episodi del genere.

Ma ciò su cui vorrei puntare l'attenzione è che – come accennavo – non è una prerogativa dell'ex presidente americano collegare comportamenti "disumani" agli stranieri ma qualcosa che solletica il senso di xenofobia anche sul nostro suolo patrio.

Trump, infatti, non ha fatto altro che dire ciò che tocca la pancia di persone che non tollerano la presenza di stranieri e la scelta di Springfield come esempio non nasce a caso. E un tema cucito su misura nel tempo per sollevare gli animi dei cittadini locali che attualmente stanno condividendo la città con la presenza di profughi provenienti da Haiti a cui è stato precedentemente addebitato questo comportamento con la costruzione di notizie cucite ad arte addirittura anche con il sostegno di Elon Musk. Quest'ultimo, recentemente, cavalcando l'onda emotiva sapientemente generata e manipolata da diversi influencer di estrema destra e repubblicani ha ripostato una foto di Trump creata con l'intelligenza artificiale in cui si vede l'ex Commander in Chief abbracciare un'oca e un micio, accompagnata dalla scritta: "Proteggi le nostre papere e i nostri gattini in Ohio".

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In Usa, l'ondata di odio razziale soprattutto nei confronti degli immigrati haitiani è stata pompata dalla manipolazione di un fatto realmente accaduto ma la cui responsabile è una cittadina locale, Allexis Telia Ferrell, che è stata arrestata per aver mangiato un gatto. La notizia è stata nel tempo trasformata facendo credere che il colpevole era appunto un profugo, rimbalzando di social in social e diventando così sempre più "credibile" per chi non si informa e non approfondisce ma vive la propria esistenza credendo alle fandonie che vengono raccontate da chi vuole salire al potere alimentando l'odio, addirittura andando a colpire la relazione affettiva che le persone hanno con gli animali domestici.

Ritornando da questa parte dell'oceano, non è che le cose vadano meglio. Sono tantissime infatti le volte che si è scritto, anche su media riconosciuti oltreché su siti creati ad hoc per fare falsa informazione, che in Italia gli immigrati mangiano cani e gatti. Un esempio è il caso di un uomo che nel 2020 ha ucciso un micio in strada dicendo che lo faceva perché aveva fame. A girare il video era stata Susanna Ceccardi, parlamentare europeo della Lega e le Iene erano andate a verificare quanto accaduto, parlando direttamente con i Carabinieri che avevano accertato l'episodio e sottolineato le labili condizioni psicologiche del soggetto che aveva compiuto il grave gesto. Il problema, dunque, non era di certo la provenienza geografica dell'autore dell'uccisione del micio ma il suo stato psichico e non dunque un problema di "integrazione" come la Ceccardi aveva invece tenuto tanto a sottolineare.

Quell'anno, il 2020, poi si caratterizza anche per un altro episodio pompatissimo dai media e che riguardava le sparizioni di cani denunciate da una donna di Lampedusa che abitava vicino al Centro di Permanenza temporanea. Si sono scritti fiumi di parole e tantissime persone hanno contribuito a diffondere l'associazione "immigrati – selvaggi" aumentando l'odio verso comunità di diverse origini assimilate, nella maggioranza dei casi, dalla necessità di andare via dal loro paese anche solo per le condizioni di estrema povertà in cui si trovano.

Sull'isola siciliana il caso si è chiuso quando il Sindaco stesso, Totò Martello, è dovuto intervenire con un comunicato stampa in cui si è appellato a una necessità in particolare, sopra tutte le altre, scrivendo: «Servono norme contro bufale e fake-news altrimenti il giornalismo muore». Il Primo Cittadino, in quello che è un vero e proprio sfogo, sottolineava:  «Purtroppo il falso scoop inventato da Libero sui ‘migranti che a Lampedusa hanno mangiato cani’ continua a circolare alimentando il pericoloso gioco dei fomentatori d’odio e di chi fa delle crociate anti-immigrazione la propria bandiera di propaganda politica. Credo sia arrivato il momento per il nostro Paese di dotarsi di una seria normativa per fermare le bufale e le fake-news, con sanzioni esemplari non solo per chi le pubblica ma anche per chi contribuisce a diffonderle».

Martello inoltre chiedeva anche l'intervento diretto dell'Ordine dei Giornalisti, visto che erano stati dei professionisti del settore a contribuire ad alimentare e fomentare la xenofobia imperante che caratterizza la comunicazione della politica sovranista e dei suoi adepti anche attraverso le pagine dei quotidiani e non solo sulla miriade di profili creati ad hoc per generare odio.

Ma ora, a seguito delle parole di Trump, vedremo quanti altri signori e signore che siedono in Parlamento (europeo ma anche italiano) e con alta probabilità sempre della Lega rilanceranno il messaggio: ci scommetto quello che volete che ce ne saranno diversi, del resto mentre scrivo già lo ha fatto Claudio Borghi (deputato del Carroccio) attraverso il suo account su X in cui ha ripostato uno screenshot del Giornale di Sicilia dove si parla di un immigrato che ha mangiato un gatto. Anche a quest'uomo, qualora davvero lo abbia fatto, bisognerebbe andare a chiedere perché lo ha fatto e non penso che ci troveremo di fronte a una persona in "condizioni normali".

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Sembra assurdo che ci ritroviamo oggi a dover commentare su Kodami che un personaggio politico così in vista possa presentarsi a un dibattito per la presidenza di uno degli stati più potenti del mondo andando a parlare di cani e gatti, oche e papere da proteggere. Ma dovrebbe essere ancora prima impossibile che uno come Trump sia diventato il leader degli Stati Uniti e per di più che ancora possa candidarsi dopo quanto successo a Capitol Hill il 6 gennaio 2021.

Invece no, questa è la realtà in cui viviamo e in cui siamo calati in una costante mistificazione tra ciò che è vero e ciò che non lo è, che ci porta a un presente che sembra distonico e in cui ormai che tutto pare "normale", "possibile". E quando poi ci raccontano delle enormi frottole manco ce ne accorgiamo e, anzi, ci lasciamo prendere da ciò che sapientemente vogliono farci provare e che alla base intende scatenare in realtà una sola emozione: la paura.

La paura del diverso, la paura di ciò che non si conosce, la paura di qualcuno che arriva e non solo ci porta via casa, famiglia, lavoro e denaro ma anche i nostri amati cagnolini e gattini o quelle specie selvatiche a cui noi possiamo dare cibo fino ad ingozzarle a morte ma guai se lo fa qualcun altro (e non lo fa) per sfamarsi a sua volta.

Un cane e un gatto, giusto per ritornare sui nostri temi, ci insegnano proprio l'opposto invece. Ci mostrano la verità, in tutta la loro franchezza di animali con le loro differenze nell'approccio sociale ma che non hanno di certo bisogno di inventare bugie per gestire la convivenza o meno con i conspecifici. Da loro, insomma, ancora una volta c'è da prendere esempio se non altro per comprendere che un predatore su questa Terra che fa danni anche alla sua specie con cosciente falsità c'è ed è uno solo: l'uomo.

Ps

Ci sono stati anni che forse abbiamo dimenticato in cui noi italiani, per primi, eravamo accusati nei paesi dove eravamo immigrati di essere dei "mangiagatti". La storia si ripete, impariamo poco dal passato e l'unica cosa che cambia, alla fine, è solo la provenienza. Ma ognuno è straniero per qualcuno.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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