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5 Agosto 2023
10:00

Trovato un pesce fossile con un’intera ammonite nella pancia

All'interno di un sito fossilifero tedesco, alcuni paleontologi hanno trovato il primo caso documentato di un pesce fossile morto a causa dell'ultimo pasto: un'ammonite ingoiata intera.

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Non sempre puntare alle prede più grandi si rivela una buona strategia di caccia. Ce lo dimostra il ritrovamento di un pesce fossile risalente al Giurassico, trovato all'interno del sito fossilifero della Formazione Posidonienschiefer, in Germania. Qui una una coppia di paleontologi – Samuel Cooper ed Erin Maxwell – ha infatti scavato per conto del Museo di Storia Naturale dell'Università di Hohenheim, e ha permesso d'identificare un esemplare di Pachycormus macropterus che, a causa della sua voracità, ha fatto il mortale errore di ingerire una preda fin troppo grande per il suo stomaco: un'ammonite adulta di 10 centimetri di diametro.

La scoperta è finita fra le pagine della rivista Geological Magazine e potrebbe diventare un esempio classico delle paleontologia. Sono infatti abbastanza rari i fossili appartenenti ad animali deceduti per colpa di un errore di valutazione nella scelta delle prede. Questo pesce infatti sembra essere morto non a causa dello scontro con la sua preda, ma per via della sua ingestione. L'ammonite adulta è risultata a dir poco indigesta a questo esemplare, non in grado di sopportare le lesioni interne arrecate dall'eccessivo allargamento dello stomaco e dall'occlusione intestinale.

Il pesce che ha fatto questo clamoroso errore è vissuto all'incirca fra 174 e 182 milioni di anni fa, ovvero durante la prima fase del periodo Giurassico. Un periodo noto per essere il regno delle grandi ammoniti oceaniche, mentre sulla terraferma cominciavano a muoversi le prime specie mastodontiche di dinosauri. Nonostante il pesce trovato dalla coppia di paleontologi sembri essere morto per colpa del suo ultimo pasto troppo grande, la specie P. macropterus non era una specie di piccole dimensione. Come predatore era infatti abbastanza grosso, specie rispetto agli standard del periodo, tanto che probabilmente solcava le acque dell'appena formatosi oceano Atlantico, andando a caccia di molluschi e di altri piccoli pesci.

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Il fatto tuttavia di aver ritrovato un esemplare con la pancia completamente gonfia per colpa della conchiglia di un'unica ammonite ha dato conferma di quanto indigesti fossero questi animali, hanno dichiarato i ricercatori, considerando quanto il loro guscio fosse particolarmente difficile da rompere.

La conchiglia dell'ammonite trovata insieme allo scheletro di P. macropterus non presenta infatti molte lesioni e quindi è stata ingerita "in un sol boccone", senza che i denti del pesce potessero nulla contro la sua corazza.

Le ragioni che hanno indotto il pesce ad ingerire questo animale sono sconosciute, anche perché quasi sicuramente il passaggio dalla bocca allo stomaco è stato molto difficile e potrebbe aver provocato sanguinamenti e lacerazioni interne. Dopo la sua morte infine, teorizzano i ricercatori, il pesce è affondato sul fondo del mare, dove è stato sepolto nel fango.

Nel corso del tempo, il P. macropterus è stato così sepolto insieme al contenuto del suo stomaco, rimanendo in ottimo stato di conservazione, finché non è stato trovato dagli scienziati, milioni di anni dopo. Fortunatamente per l'esemplare, sembra quanto meno che la morte sia avvenuta in poche ore e che entrambi gli animali siano morti molto prima di finire sul fondale, di seguito allo shock provocato dall'occlusione intestinale e dal sanguinamento.

Per quanto riguarda invece l'identificazione dei parenti più prossimi di questi animali gli scienziati sono stati abbastanza chiari, all'interno del loro articolo: le ammoniti, per quanto abbiamo dominato gli oceani di tutto il mondo per l'intero Mesozoico, a seguito dell'estinzione di 65 milioni di anni fa non hanno lasciato alcun erede diretto e gli animali loro più vicini sono i polpi e i calamari. 

P. macropterus, invece, apparteneva al gruppo dei pesci dotati di pinne raggiate, che nel gergo tecnico della zoologia e della paleontologia prendono il nome di attinopterigi. In questo gruppo ritroviamo la maggioranza delle forme attuali di pesci, che tutti noi possiamo osservare al mare in estate.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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