Un gruppo di ricercatori argentini ha pubblicato su Polar Biology una scoperta che farà la gioia di tutti gli amanti degli uccelli: la scoperta, per la prima volta, di un pinguino comune adulto affetto da melanismo. L'anno scorso gli scienziati avevano infatti trascorso un breve periodo sulla costa di Hope Bay, in Antartide, per fotografare una colonia di pinguini comuni (Pygoscelis papua) e, mentre attendevano la fine del terribile inverno polare, hanno incontrato il particolare animale.
Questa notizia è molto importante perché permette agli esperti di comprendere meglio le strategie di sopravvivenza di questi uccelli con questa particolare livrea in uno degli ambienti più duri e "bianchi" del pianeta, mentre qualche anno fa, nel 2010, un'altra équipe aveva osservato un altro individuo ma si trattava di un pinguino reale (Aptenodytes patagonicus).
Il melanismo è una condizione genetica che porta infatti alcuni animali ad avere un piumaggio parzialmente o completamente nero, assente negli individui che presentano invece un fenotipo considerato normale. Dal punto di vista genetico, questo fenomeno inoltre è l'opposto dell'albinismo che porta invece le cellule della superficie a non presentare alcuna pigmentazione e ad assumere così un colore perfettamente bianco. Il melanismo dovrebbe quindi condurre qualsiasi animale che ne è affetto in un ecosistema polare alla morte, poiché le nevi e i ghiacci circostanti, come le acque cristalline dell'oceano, fanno in modo che il colore attragga tutti i predatori.
Un'analisi più approfondita della classica pigmentazione delle piume del pinguino comune rivela che serve a questi uccelli ad evitare di essere individuati dai loro nemici naturali (squali, leoni marini e orche), soprattutto quando si trovano in acqua. Infatti, quando il pinguino nuota sotto un predatore, le sue piume nere che gli coprono le spalle rendono difficile la sua identificazione nell'oscurità delle acque profonde, mentre quando il pinguino ci nuota sopra le piume bianche sul suo ventre lo rendono invisibile, anche grazie alla luce bianca proveniente dalla superficie. I pinguini con pigmentazione melaninica, invece, si distinguono molto più chiaramente rispetto all'ambiente circostante, con i predatori che possono individuare il loro movimento da ogni direzione. Tuttavia, il pinguino trovato a Hope Bay è un adulto e probabilmente è ripetutamente sfuggito agli attacchi dei predatori in più di una occasione.
I ricercatori hanno anche notato che la forma di melanismo è diversa da quella segnalata nel pinguino reale del 2010: quest'ultimo aveva infatti un piumaggio nero omogeneo e uniforme, mentre l'attuale esemplare conserva sul torace e nell'addome parte della colorazione originale, assumendo delle tonalità che potremmo definire color "stracciatella", colori lo rendono ancora più visibile agli occhi dei predatori.
Come è riuscito allora questo pinguino a sfuggire dalla loro attenzione? Secondo gli scienziati, la risposta è all'interno della colonia in cui vive: nessun pinguino sembra infatti discriminare l'esemplare melanico per via del suo piumaggio e da qui forse scaturisce la strategia che gli ha permesso di non finire vittima dei predatori.
Questi uccelli si spingono a largo per pescare e, per la maggior parte del tempo, viaggiano insieme per proteggersi dagli attacchi degli squali e dei leoni marini finché non arrivano in alcuni tratti aperti dell'oceano in cui la potenziale minaccia è drasticamente ridotta. Il nuotare insieme all'intera colonia, dunque, potrebbe aver influito sulla sua sopravvivenza, soprattutto all'altezza della costa dove i predatori sono molto più presenti.