Il becco danneggiato, le ferite su tutto il corpo e il piumaggio sporco e rovinato. Non sembra accorgersi della sua disabilità Fierobecco, un pappagallo amazzone messo in salvo dalle Guardie per l’Ambiente e ora affidato al Cras di Calimera. Nonostante tutto si muove agevolmente nella voliera, usando il suo moncherino per mantenersi sulle pareti. «Certo non può rompere i gusci – scrivono dal Cras – ma mangia con appetito frutta, verdura e semi decorticati che gli vengono offerti».
La segnalazione era partita da Cirino Carrozzo, Consigliere comunale di Castro: «Ho ricevuto la chiamata di un amico – scrive in un post su Facebook – mi segnalava la presenza di un pappagallo in serie difficoltà presso la “Casa di Betania” hospice di Tricase. Ho subito telefonato al servizio Sos Fauna di Calimera (che fa capo al locale Cras, ndr) che a sua volta mi ha messo in contatto con Umberto Fedele, una preparatissima guardia zoofila appartenente al nucleo Guardie per l’Ambiente, segnalando l’animale in difficoltà. Dopo 20 minuti Umberto ha raggiunto Tricase recuperando il povero pappagallo. Oltre ad essere impaurito ha il becco rotto e diverse ferite. Si sta procedendo comunque a rintracciare il proprietario visto che è dotato di anello di riconoscimento. Ogni segnalazione può salvare un animale in pericolo di vita».
Il pappagallo ha un anello per cui è stata avviata la normale procedura, con la segnalazione ai Carabinieri Forestali, in attesa che arrivino indicazioni su come comportarsi secondo il regolamento CITES (la convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione). Sull’anello è indicata come data il 2022.
«È molto probabile che ci sia qualcuno che si prendeva cura di lui – spiega a Kodami Simona Potenza del Cras di Calimera – infatti è in buono stato di nutrizione. Sulla questione del becco non escludiamo che sia nato proprio così, perché anche la conformazione del cranio è piccola e strana. È un animale CITES, e quindi è protetto. Chi ne possiede uno deve, o meglio dovrebbe, farne regolare comunicazione. L'anello, se registrato, permetterà di risalire al proprietario, se questo ha sporto denuncia».
«Purtroppo – aggiunge l’esperta – sempre più spesso la gente compra illegalmente da allevatori amatoriali e se succede, e succede spessissimo, che il pappagallo scappi, nessuno fa denuncia senza regolare permesso perché sarebbe multato. Comprano illegalmente per risparmiare e alla fine perdono soldi e pappagallo. Rivolgersi a negozi autorizzati tutela persona e animale. Non comprare affatto e non alimentare lo sfruttamento di questi animali sarebbe la cosa migliore, ma per ora – conclude – è utopia».
Solo pochi giorni fa lo stesso Cras aveva salvato un altro animale selvatico in difficoltà, una bellissima volpe che aveva chiesto aiuto a un umano rifugiandosi nel suo magazzino. Una storia significativa perché ci ha dato il perfetto esempio su come ci si debba comportare con gli animali selvatici.