Una triste notizia ha sconvolto gli ornitologi e diversi biologi siciliani la settimana scorsa. Un capovaccaio (Neophron percnopterus) è stato trovato morto, la mattina del 20 maggio, nelle campagne di Ciminna, in provincia di Palermo. L'esemplare era un adulto ed era uno degli ultimi soggetti presenti in Sicilia, territorio che possiede oltre il 70% delle coppie nidificanti che sono rimaste in Italia.
Il cadavere è stato portato prima al Centro regionale recupero fauna selvatica di Ficuzza e poi trasferito all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia di Palermo per effettuare l'identificazione e l'autopsia che deve essere completata in questi giorni. Si teme che il capovaccaio possa essere stato avvelenato con un boccone avvelenato ma possono essere molte altre le cause del decesso.
Sicuramente si tratta di una pessima notizia e il tema dell’estinzione dei capovaccai sarà proprio al centro di una conferenza che si terrà il 25 maggio, alle 16, presso l’Aula magna dell’Izs Sicilia con la partecipazione di molti esperti come il commissario straordinario dell’Izs Sicilia Salvatore Seminara, il docente Bruno Massa, il naturalista Antonio Spinnato e il direttore del CRRFS di Ficuzza Giovanni Giardina.
La perdita anche di un singolo animale è considerata grave dagli esperti perché si tratta di una delle specie di avvoltoi che rischiano maggiormente di estinguersi all'interno del bacino del Mediterraneo. Questi animali sono fra i rapaci che nell'ultimo secolo hanno subito di più l'abbandono delle campagne, la caccia dei bracconieri e la diffusione dei bocconi avvelenati che continuano ad essere impiegati da alcuni allevatori e contadini per uccidere i cani randagi e le volpi nelle aree più rurali del paese. Una pratica barbarica che ha devastato anche l'avifauna locale.
Proprio per limitare la moria di questa e di altre specie, gli ornitologi siciliani, alcune associazioni e diversi biologi conservazionisti alcuni anni fa si erano riuniti per istituire un progetto LIFE dal nome ConRaSi per proteggere l'Aquila di Bonelli, il Grifone eil Capovaccaio in Sicilia. Mentre per le prime due specie, la situazione demografica ed ecologica è migliorata, con un incremento notevole del numero di coppie e di esemplari nel corso degli ultimi dieci anni, per quanto riguarda la salvaguardia di N. percnopterus però nulla è cambiato, anzi, con notizie così si ha un netto peggioramento.
Un altro fattore che sembra sfavorire il benessere dei capovaccai è che in Sicilia gran parte del territorio in cui questi avvoltoi gravitano non è situato all'interno di una grande riserva regionale, come capita per i grifoni o le aquile. L'istituzione del Parco regionale dei monti Sicani nella catena montuosa che risulta essere più apprezzata e visitata da questa specie è stata più volte bloccata a seguito di diverse polemiche politiche e decisioni giudiziarie che hanno danneggiato indirettamente la conservazione di questi e di altri animalis.
Su Kodami abbiamo spesso raccontato storie su altri capovaccai che hanno avuto un lieto fine, per quanto gli animali coinvolti abbiano avuto una vita difficile. Una è quella di Sara, che seppur è nata ed allevata in cattività, è riuscita ad adattarsi alla vita selvatica, dimostrando comunque che è possibile immaginare un futuro per questa specie anche nelle situazioni più difficili. Si spera dunque che i capovaccai siciliani siano in grado di resistere ulteriormente all'avanzata delle minacce antropiche che si profilano all'orizzonte, come il pericolo dato dagli incendi, e che gli sforzi degli esperti possano garantire una seconda chance per questi preziosi uccelli.