I paleontologi del Museo di Storia Naturale di Lima, in Perù, hanno annunciato il ritrovamento del cranio fossile di un enorme predatore estinto imparentato con balene e delfini moderni: il basilosauro di Ocucaje. Il grosso cetaceo, che poteva arrivare a ben 17 metri di lunghezza, appartiene al genere Basilosaurus e nuotava tra i mari circa 36 milioni di anni fa, durante l'Eocene.
Secondo i ricercatori si tratterebbe di nuova specie, che tuttavia aspetta ancora di essere descritta e nominata formalmente. Nel frattempo il suo cranio, perfettamente conservato, è già in bella mostra nelle sale del museo dell'Università Nazionale di San Marcos, a Lima.
Il cranio fossile misura ben 1,35 m ed è stato trovato alla fine del 2021 nel deserto di Ocucaje, circa 350 km a sud della capitale. Quel paesaggio desertico, oggi desolato, un tempo era un mare caldo e poco profondo, dove milioni di anni fa il cetaceo predatore andava a probabilmente a caccia di grossi pesci, squali e calamari.
Questa scoperta è particolarmente importante, poiché non ci sono molti altri esemplari simili e così ben conservati al mondo, e potrebbe gettare nuova luce sull'evoluzione dei cetacei.
I basilosauri, che avevano l'aspetto di lunghi serpenti dotati di pinne e denti enormi, sono infatti tra i più antichi cetacei conosciuti. Questo gruppo di mammiferi marini si sono evoluti da animali terrestri circa 55 milioni di anni fa, nel Tardo Eocene. A quei tempi, però, le balene come le consociamo oggi non erano ancora comparse, e quasi tutti i cetacei erano enormi predatori marini, proprio come il basilosauro peruviano.
Durante l'Eocene, tra i 41 e i 34 milioni di anni fa, Basilosaurus era probabilmente il più grosso predatore marino in circolazione, ma nonostante ciò si è estinto durante la transizione tra Eocene e Oligocene, 34 milioni di anni fa. L'evento di estinzione fece sparire tutti i cetacei arcaici, gli archeoceti, e lasciò probabilmente il campo libero per l'evoluzione delle balene e degli altri cetacei moderni.
Non è ancora chiaro quale fu la causa scatenante, sono state prese in considerazione diverse ipotesi, tra cui intensa attività vulcanica, l'impatto di meteoriti o improvvisi cambiamenti climatici, che potrebbero aver sconvolte correnti ed ecosistemi oceanici.