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2 Luglio 2021
15:52

Trovato a Monza un accumulatore seriale di animali, vivevano anche tra le carcasse

Decine e decine di animali tenuti in casa, alcuni di loro in pessime condizioni, vivevano tra immondizia e carcasse di animali morti da tempo. L’ennesimo caso di accumulatore seriale è stato trovato a Monza. L’uomo non “collezionava” solo esseri viventi, ma nella sua casa nel centro del quartiere San Rocco metteva da parte di tutto.

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Decine e decine di animali tenuti in casa, alcuni di loro in pessime condizioni, vivevano tra immondizia e carcasse di animali morti da tempo. L’ennesimo caso di accumulatore seriale è stato trovato a Monza. L’uomo non “collezionava” solo esseri viventi, ma nella sua casa nel centro del quartiere San Rocco metteva da parte di tutto.

Sono stati i volontari dell’Enpa della città a rendersi conto dello scenario orribile. La scoperta è partita per caso. L’accumulatore a metà maggio si è ricoverato in ospedale per una grave malattia che poi lo ha ucciso e ha chiesto a un suo amico di badare agli animali. È stato proprio il conoscente a dare l’allarme: nessuno, prima di allora, si era accorto del problema.

In casa è stato trovato un cospicuo numero di animali da cortile, alcuni ben nutriti, altri tenuti in pessime condizioni in un giardinetto dove le piante cresciute a dismisura nascondevano un enorme numero di sacchi della spazzatura mischiati a rottami di ferro e a una variegata tipologia di rifiuti che nascondevano anche alcune carcasse di galline e di anatre decedute da tempo.

Il sopralluogo è stato realizzato dal presidente Giorgio Riva e da Federica, un'operatrice di Enpa. Valutata la drammatica situazione degli animali, sono stati organizzati turni di recupero che sono durati per più di un mese per catturare e trasferire presso nel Parco Canile di Monza tutti gli animali: 35 tra galli e galline di varie razze (una coppia era detenuta persino in una gabbietta per uccellini), 6 oche, 11 anatre e una capra tibetana di circa 7-8 anni che era affetta da dermatite.

L’associazione a tutela degli animali ha deciso di non procedere a denunciare l’uomo per le sue gravi condizioni di salute. Infatti, è poi morto due settimane dopo l’inizio delle attività di trasferimento degli esemplari. «Resta l’amaro in bocca per una situazione degenerata nell’indifferenza generale», spiegano dall’Enpa di Monza. Sono loro a precisare che l’animal hoarder «avrebbe avuto bisogno di qualcuno che intervenisse per tempo, per lui e per i suoi animali, che sicuramente ha amato ma nel modo sbagliato».

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