Il suolo su cui poggia il Colosseo, uno dei monumenti più famosi al mondo, restituisce alcune preziosissime testimonianze della Roma Antica anche sotto forma delle ossa degli animali che vi hanno vissuto e che vi hanno perso la vita per l’intrattenimento umano.
Nel corso della perlustrazione del sistema di drenaggio e fognario che passava sotto l’Anfiteatro Flavio, infatti, gli archeologi hanno trovato resti di orsi, leopardi e leoni, animali che hanno popolato un’arena divenuta leggendaria, costretti a combattere tra loro per divertire il pubblico sugli spalti. E anche ossa di cani, nello specifico di Bassotti, che venivano con tutta probabilità impiegati nelle terribili “venationes”, un’altra tipologia di combattimenti in cui gli spettatori assistevano a vere e proprie cacce ai danni di animali selvatici, fatti arrivare a Roma appositamente per essere uccisi.
I ritrovamenti sono avvenuti nell’ambito di un progetto che aveva come obiettivo primario analizzare il funzionamento dell’antico sistema fognario, e che ha svelato molto più di quanto inizialmente si era immaginato. L’indagine è iniziata a gennaio 2022 e si è conclusa ad agosto – come precisa Martina Almonte, responsabile unico del procedimento (Rup) – l'indagine ha interessato il collettore Sud dell'anfiteatro, ostruito e fuori uso più o meno dal 523 d.C. Periodo in cui il sistema di drenaggio ha smesso di funzionare e ha “congelato” una serie di reperti per secoli, consentendo di ricostruire almeno in parte ciò che accadeva all’interno del Colosseo, confermano l'insolita passione della società romana per le specie esotiche provenienti da ogni angolo dell'Impero e da oltre i suoi confini.
Le venationes ne erano una dimostrazione efficace: animali selvatici ed esotici venivano condotti a Roma per mostrare alla folla le meraviglie delle lontane terre conquistate, e poi trucidati davanti al pubblico in visibilio, anche per dimostrare la superiorità dei guerrieri romani. Si svolgevano durante la mattina, prima del principale evento pomeridiano offerto dai duelli gladiatori, e coinvolgevano leoni, tigri, elefanti, orsi, cervi, capre selvatiche, cani, cammelli e addirittura conigli, mentre i lupi non erano solitamente usati, principalmente per motivi religiosi. In altri casi gli animali venivano mostrati al pubblico senza spargimenti di sangue, per dimostrarne la sottomissione e la domesticazione: Plinio il Vecchio e Marziale citano le pantere che tirano un carro, gli elefanti inginocchiati davanti al palco imperiale o i leoni addomesticati che afferravano e lasciavano andare la lepre intatta.
Alle venationes si alternavano poi le cosiddette “damnatio ad bestias”, esecuzioni pubbliche in cui i condannati erano divorati vivi dalle belve nell'arena. Uno spettacolo talmente cruento da essere considerato adatto solo alla plebe: gli antichi scrittori lasciano intendere che, durante queste esecuzioni, la maggior parte degli uomini e donne rispettabili andavano a pranzo invece di stare a guardare. Durante i festeggiamenti inaugurali del Colosseo svoltisi sotto l'imperatore Tito nell'anno 80 d.C. si racconta che vennero massacrati più di diecimila prigionieri e novemila animali.