Sono stati trovati pezzi di spugna fritta nella pineta di Arenzano, un altopiano sul mare nel ponente genovese con 135 ettari di terreno, un tempo un bosco a macchia mediterranea e oggi un comprensorio residenziale di pregio.
L'allarme è stato lanciato proprio da alcuni residenti e pet mate fortunatamente senza alcun cane coinvolto ma ora l’attenzione del Comune che ospita migliaia di animali domestici, più quelli in arrivo d’estate con le famiglie in villeggiatura, è altissima.
«Avvisiamo tutti i residenti che sono stati ritrovati alcuni pezzi di spugne fritte nei pressi del parcheggio della piscina Punta San Martino», scrivono gli amministratori della Pineta su Facebook. «La spugna fritta è micidiale perché, insaporita dalla cottura nell’olio, diventa molto appetitosa non solo per i cani ma anche per i gatti. Nel momento in cui le spugne fritte (ne basta anche un solo pezzetto) vengono ingerite, iniziano il loro percorso nell’apparato digerente del cane e del gatto: quando arrivano allo stomaco, si impregnano di succhi gastrici e si gonfiano a dismisura, causando una pericolosa occlusione che può uccidere l'animale nel giro di poco tempo – e concludono con un appello – Vi invitiamo alla massima attenzione durante le passeggiate con i vostri cani, e di segnalare eventuali nuovi ritrovamenti. Sono già state avvisate le forze dell'ordine, ma è importante monitorare, tutti insieme, il territorio per la tutela dei nostri amici a quattro zampe».
Anche il sindaco Francesco Silvestrini ha voluto mettere in guardia i concittadini dal pericolo rappresentato dalle spugne fritte, condannando il gesto. «Pura cattiveria ai danni degli animali che nulla possono del comportamento dei proprietaria – dice il Primo cittadino – anche se fossero aumentati atti di inciviltà come non raccogliere le deiezioni dei cani, ciò non giustifica affatto un comportamento atroce e un reato. Con la polizia locale stiamo facendo le opportune verifiche e i sopralluoghi del caso qui ad Arenzano un fatto del genere non si era mai verificato».
Le spugne fritte sono pezzi di spugna da cucina che vengono fritti nell'olio e poi abbandonati tra la vegetazione. Sono bocconi che attirano gli animali, particolarmente i cani, soprattutto per il loro profumo e rappresentano un pericolo mortale per gli animali che le ingeriscono. Quando arrivano nell’apparato digerente dell’animale, infatti, impregnandosi di liquidi e succhi gastrici e gonfiandosi, causano una pericolosissima occlusione che può portare anche alla morte.
Disseminare spugne fritte nelle aree frequentate dai cani ma anche dai gatti o da altri animali anche selvatici, così come spargere bocconi avvelenati (come polpette di carne con topicida o chiodi), è punito dalla legge, e si configura nei reati di uccisione e maltrattamento di animali. Gli articoli 544 bis e ter della legge 189/2004 prevedono che “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni” e che “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”.