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28 Settembre 2023
14:53

Trovata morta in Val Bondone F36, l’orsa protagonista degli incontri con gli escursionisti nei pressi di Roncone

F36 è stata trovata senza vita nei pressi di Roncone. Si tratta del secondo orso morto mentre era ricercato dalla Pat.

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orso marsicano

Nella serata di mercoledì 27 settembre é stato rinvenuto il corpo senza vita dell'orsa F36 in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie, in Trentino Sud occidentale. Gli uomini del Corpo Forestale Trentino si sono mossi in seguito all'attivazione del sensore di mortalità del radiocollare di cui era munita.

Il corpo è stato recuperato nelle prima ore del mattino successivo, in quanto la zona in cui si trovava era particolarmente accidentata, ed è stato poi consegnato, come da prassi, all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Secondo quanto comunicato dalla Provincia Autonoma di Trento in una nota: «da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».

In seguito ai due incontri avvenuti con escursionisti a cavallo tra luglio e agosto, F36, che in entrambe le occasioni era accompagnata dal suo cucciolo, si trovava nella lista degli orsi ricercati dalla Pat, in quanto il Presidente Maurizio Fugatti, aveva firmato un ordine di cattura e abbattimento: «Difficile credere che si tratti di una coincidenza – commenta a Kodami Massimo Vitturi, responsabile dell'area animali selvatici di Lav – Si tratta infatti del secondo cadavere, nel giro di pochi mesi, di un orso condannato a morte dalla Pat».

Il primo, infatti, fu M62 trovato da un gruppo di escursionisti lo scorso 2 maggio. Anche su di lui pendeva un'ordinanza di cattura e abbattimento, ma in questo caso era ricercato per via della sua tendenza ad avvicinarsi agli abitati nell'intento di trovare risorse alimentari. Inizialmente le indagini condotte in seguito al ritrovamento non avevano permesso di risalire alla causa della morte, perché il corpo era già in avanzato stato di decomposizione. La Procura della Repubblica di Trento aveva quindi aperto un fascicolo a carico di ignoti, con l’ipotesi di reato di uccisione di animali, ma nel mese di agosto era arrivata una risposta in un comunicato diffuso dalla Provincia: «L'istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie non ha individuato segni di avvelenamento né di proiettili compatibili con l'intervento di un bracconiere. Gli esperti hanno invece rilevato graffi e altre tracce animali, quindi M62 è stato ucciso da un altro esemplare».

Per quanto riguarda il corpo di F36, quindi, la Lav chiede che gli esami vengano svolti al più presto e che nell'autopsia venga coinvolto anche il Centro nazionale di referenza per la Medicina Forense Veterinaria, ovvero l'istituto Zoprofilattico di Lazio e Toscana: «Vogliamo avere la certezza di poter escludere il coinvolgimento di una responsabilità umana in questa morte. Per questo chiediamo anche che il luogo in cui è stata rinvenuta l'orsa venga delimitato, in modo da eseguire gli accertamenti di medicina veterinaria forense utili a raccogliere eventuali prove – spiega Vitturi – Nel caso in cui venisse dimostrato che l'orso è stato ucciso da un essere umano, ci costituiremo parte civile e valuteremo con il nostro ufficio legale come intervenire».

Un ulteriore elemento che preoccupa è quello che riguarda il destino del cucciolo che si trovava con lei. «F36, esattamente come è stato per l'orsa Amarena, uccisa a fucilate alcune settimane fa, era accompagnata da un giovane orso nato circa 8 mesi fa e chiediamo quindi alla Provincia di Trento che il Parco Naturale Adamello Brenta possa avviare un percorso di monitoraggio intensivo, in modo da verificare il suo stato di salute e le sue condizioni – aggiunge il referente di Lav – Ci stiamo avvicinando al periodo dell'ibernazione e potrebbe andare incontro a problemi».

L'estate di F36 e del suo cucciolo

F36 era un orsa che non aveva mai fatto parlare di sé fino a quest'estate, quando negli ultimi giorni di luglio si rese responsabile di un incontro con due escursionisti, i quali scapparono correndo e uno dei due si arrampicò su un albero. L'orsa riuscì a raggiungerlo e lo agganciò a una ghetta, per poi tornare da dove era venuta, insieme al suo cucciolo. Anche nel secondo caso, avvenuto una settimana dopo, l'orsa incontrò due persone intente a passeggiare in località Doss del Gal, nei pressi di Roncone, ma non vi fu alcun contatto.

Il primo incontro venne catalogato come "falso attacco" e la Provincia Autonoma decise quindi di intervenire con l'ordinanza di cattura e abbattimento. Le associazioni di tutela animale, però, presentarono con due ricorsi e lo scorso 11 di settembre il Tar di Trento li accolse, disponendo che: «L’orsa F36 non venga abbattuta, ma catturata e contingentemente custodita nella struttura del Casteller, o in altra idonea struttura che l’Amministrazione provinciale è tenuta a reperire». Le associazioni coinvolte si erano dette soddisfatte, ma contrarie alla captivazione, in quanto avrebbe potuto ledere alla salute del cucciolo, troppo giovane per sopravvivere da solo.

Alla luce della morte di F36, la gestione messa in atto dalla Pat in questi mesi, secondo Lav potrebbe avere a che fare con un interesse legato alle prossime elezioni provinciali, previste per il 22 ottobre, alle quali è candidato anche l'attuale Presidente. «Da quando si è aperta la campagna elettorale Maurizio Fugatti ha aumentato la sua persecuzione nei confronti degli orsi, arrivando a condannarne fino a settanta alla deportazione o a morte – scrive l'associazione in una nota pubblicata in seguito al ritrovamento dell'orsa senza vita – F36 potrebbe quindi diventare il cadavere da esibire al suo elettorato dopo le sconfitte subite finora, anche grazie a noi, al TAR e al Consiglio di Stato».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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