Ha trascorso oltre un mese al Centro Recupero Fauna Selvatica gestito dalla Lipu a Roma per curare una brutta frattura del bacino, ma alla fine la volpe soccorsa nell’area del Parco regionale dei Castelli Romani, ha potuto fare ritorno al suo habitat.
Nei giorni scorsi l’animale è stato riportato in località Vivaro, non lontano da dove era stata trovata ferita dai Guardiaparco, ed è stata liberata. Un momento fondamentale nel percorso di recupero e soccorso della fauna selvatica, l’obiettivo finale cui puntano tutte le associazioni e gli enti che la tutelano. Il maschio in questione, trovato non lontano dalla strada, era stato con tutta probabilità investito da un’auto, incidenti che purtroppo capitano spesso.
La volpe è infatti un mammifero ad ampio areale, che spesso si avvicina ai contesti urbani in cerca di cibo, attraversando anche strade. Animale carnivoro, ha una grande capacità di adattamento agli ambienti sia naturali che semi-naturali, e nella stagione autunnale i giovani diventano indipendenti e si allontanano dalla madre. È molto diffuso nel Parco dei Castelli Romani, area protetta del Lazio che sorge nella zona dei Colli Albani, e l’obiettivo, in caso di recupero, è sempre quello di riuscire a restituire gli animali salvati alla natura: «Per chi lavora nelle aree protette la tutela della fauna selvatica è una priorità – conferma l’Ente Parco – e ogni esemplare salvato e reintrodotto in natura rappresenta una piccola vittoria nel costante lavoro di conservazione della biodiversità».
Negli ultimi tempi sono state moltissime le volpi soccorso nella zona del Parco. Meno di un mese fa un esemplare giovane è stato recuperato nei pressi della struttura sanitaria INI di Grottaferrata, sempre dai Guardiaparco, ed è apparso molto debilitato. Consegnata al CRFS della Lipu, ci resterà sino a quando non sarà abbastanza in forze da poter tornare in natura. E il salvataggio è stata l’occasione per mettere nuovamente in guardia le persone dall’avvicinarsi troppo alla fauna selvatico e soprattutto dal lasciare cibo a disposizione degli animali, per evitare che si verifichino situazioni come quella di Rocca Priora, dove lo scorso anno una volpe era diventata presenza assidua del centro storico, con tutti i rischi che questo comporta.
«Cogliamo l'occasione per ricordare che nutrire la fauna selvatica è un'abitudine assai nociva per gli animali stessi – ha sottolineato la direzione del Parco – che crea un pericoloso rapporto di dipendenza con l'uomo e altera la loro naturale diffidenza nei confronti dello stesso».