Arriva da Roma l'ennesima storia di "salvataggio" di cuccioli di fauna selvatica che, in realtà, non avevano alcun bisogno di essere salvati. I protagonisti della vicenda questa volta sono due cuccioli di volpe, notati da alcuni cittadini in zona Nuovo Salario, area nord della Capitale.
I due cuccioli sono stati avvistati soli tra alcune auto posteggiate, e la reazione di chi li ha visti è stata immediata: convinti fossero stati abbandonati dalla madre o si fossero persi, li hanno raccolti e portati al centro recupero animali selvatici che la Lipu gestisce a Villa Borghese. I volontari a quel punto non hanno potuto fare altro che accoglierli, anche se non erano né feriti né, probabilmente, abbandonati. La madre, infatti, era quasi certamente nelle vicinanze, per lasciare ai piccoli la possibilità di sviluppare le abilità necessarie a sopravvivere da soli anche in ambiente urbano.
«Difficilmente, quando parliamo di volpi, riusciamo a immaginarci il traffico di una metropoli, e l’orizzonte di asfalto delle strade di città. Eppure, la volpe “abita” a Roma da oltre quarant’anni – sottolineano dalla Lipu – Ecco che allora, se a fare capolino tra le macchine della Capitale sono dei cuccioli, viene spontaneo allarmarsi e sentire un irresistibile bisogno di “salvarli”. Ma un animale selvatico che decide di stabilirsi in un ambiente urbano lo fa in maniera consapevole, avendo valutato le possibilità di nutrirsi e riprodursi per far progredire la specie. In quest’ottica, vedere dei cuccioli in città diventa “normale”, la dimostrazione concreta che la volpe ha fatto la scelta giusta».
Ovviamente la città ha caratteristiche – e pericoli – differenti rispetto a un ambiente naturale, ed è comprensibile che ci si possa preoccupare nel vedere due cuccioli di volpe, piccoli e indifesi, in mezzo alle auto. Le volpi però, come ricordato dalla Lipu, sono animali che nel corso del tempo hanno imparato ad avvicinarsi ai centri abitati per trovare cibo, "sfruttando" gli esseri umani, e mamma volpe stava probabilmente cercando di trasmettere ai piccoli le sue conoscenze, dando loro gli strumenti per cavarsela al meglio. L'intervento dei cittadini, pur con le migliori intenzioni, ha dunque stravolto il corso naturale degli eventi: i cuccioli dovranno restare al cras sino a quando non saranno svezzati del tutto, dopodiché potranno essere reimmessi in natura. La sfida dei volontari sarà interagire il minimo indispensabile con loro, così da non inficiare la loro capacità di cavarsela da soli nel loro habitat.
«A noi spetta il compito di crescerle, per poi restituirgli la libertà – concludono dalla Lipu – A voi, che volete aiutarci, spetta invece di ricordare che ci sono circostanze in cui “salvare” un animale selvatico rischia di compromettere il suo naturale percorso di vita. Nel dubbio, contattateci».