Non dare da mangiare alla fauna selvatica è una delle prime regole del turismo responsabile. Un'ulteriore conferma dell'importanza di questo divieto, purtroppo "ottenuta" a discapito della salute animale, ci viene dalle iguane delle rocce delle Bahamas. La prolungata esposizione ad una dieta ad altissimo contenuto zuccherino dovuta ai cosiddetti "ecoturisti" che visitano l'arcipelago, sta causando in questi rettili alcuni problemi fisiologici.
I ricercatori hanno pubblicato la loro scoperta sul Journal of Experimental Biology.
Le iguane in laboratorio ed i problemi legati ad una dieta ricca di zuccheri
Una dieta ricca di zuccheri prolungata può "esaurire" la capacità di regolare la glicemia. Questo problema non si riscontra solo nell'essere umano ma anche in tante altre specie animali e perfino in cani e gatti. Ad esempio alcuni ricercatori hanno scoperto nel 2018 che le giovani tartarughe marine delle Isole Canarie hanno livelli elevati di grassi e colesterolo nel sangue a causa dell'essere nutrite dai turisti.
Nella recente ricerca condotta dai biologi dell'Università dello Utah ci si è invece soffermati sulle iguane delle rocce delle Bahamas settentrionali che abitano le isole Exuma. I gruppi di turisti che visitano questi atolli paradisiaci sono soliti "viziare" i rettili offrendo succosi grappoli d'uva, abbondanti nei vigneti che coprono i campi coltivati.
La dottoressa Susannah French, autore principale dello studio ha recentemente affermato a riguardo: «Abbiamo scelto di studiare le iguane in ambiente controllato, perché le iguane di roccia sono in pericolo di estinzione». La dottoressa ha integrato la loro consueta dieta e i pasti a base di verdure dei giovani dividendole in due gruppi esposte ad un alto (5 g/kg) o un basso ( 2,5 g/kg) apporto di glucosio. «La dose bassa fornisce glucosio in una quantità simile a quella che si trova nell'uva consumata», afferma il co-autore dell'articolo, il biologo Dale DeNardo.
Successivamente, dopo 17 giorni, i ricercatori hanno somministrato a ciascuna iguana una bevanda di glucosio a concentrazione intermedia (3,75 g/kg) e hanno monitorato la glicemia degli animali nei 2 giorni successivi.
I livelli di glucosio dei rettili hanno raggiunto il picco, il cosiddetto "Sugar rush" tre ore dopo aver consumato lo zucchero; tuttavia, le iguane che erano state alimentate con la dieta ricca di glucosio hanno avuto maggiori difficoltà a regolare i livelli di zucchero nel sangue, (raggiungendo 520 mg / dl) in contrasto con il secondo gruppo, (i cui livelli hanno raggiunto il picco di soli 420 mg /dl).
Una dieta ricca di glucosio sembrava avere un impatto sulla capacità delle iguane in cattività di regolare i livelli di glucosio nel sangue dopo un pasto, almeno in laboratorio. Ma che dire delle iguane selvatiche delle isole Exuma?
L'esperimento in natura
French, DeNardo e colleghi si sono poi recati nelle remote isole atlantiche sulla nave da ricerca dello Shedd Aquarium, Coral Reef II. «Quando ci siamo fermati sulle pittoresche spiagge sabbiose delle isole gremite dai turisti, il suono dei motori delle barche ha attirato le iguane verso di noi», ricorda French sottolineando la morbosa abitudine ormai "insegnata" agli animali. Catturando delicatamente 48 iguane rocciose, 24 provenienti da isole frequentate dai turisti e 24 da isole troppo remote per essere raggiunte dai turisti, il team ha somministrato a ciascuna iguana una bevanda a base di glucosio e ha monitorato le loro risposte di zucchero nel sangue per quasi un giorno.
I risultati erano preoccupanti: le iguane nutrite frequentemente dai turisti hanno registrato il picco di glucosio più alto (570 mg/dl) dopo 5 ore, rimanendo in sugar rush anche 8 ore dopo. Al contrario, la glicemia delle iguane delle isole che raramente vedono i turisti era molto più bassa (con un picco di circa 450 mg/dl), tornando alla normalità più rapidamente.
Per gli scienziati il risultato è stato chiarissimo: gli ecoturisti che nutrono le iguane selvatiche sulle isole Exuma stanno sicuramente influenzando la fisiologia delle iguane. «Se questi fossero esseri umani, parleremmo di diabete; tuttavia, non è ancora chiaro quali siano le implicazioni per la salute qui. È qualcosa su cui stiamo continuando a lavorare», ha affermato la dottoressa French.
Secondo gli studiosi l'opportunità di sviluppare connessioni straordinarie con la fauna selvatica attraverso il turismo può portare a maggiore consapevolezza e avvantaggiare la conservazione delle specie minacciate, a patto che si seguano delle semplici regole di convivenza. «Mentre continuiamo ad ampliare la nostra comprensione di come il turismo influenzi queste iguane in via di estinzione, speriamo che la nostra ricerca guiderà raccomandazioni basate sulla scienza per attività sostenibili per la fauna selvatica» ha concluso DeNardo.